"di Edoardo Blandino
toro
Capitano, leader, trascinatore
di Edoardo Blandino
Fischio dell’arbitro, Rosina si avvicina alla palla e colpisce, il portiere si butta a destra e la sfera rotola lentamente alla sua sinistra spiazzandolo. Il Torino è in vantaggio sul Mantova nei play-off. Il penalty battuto domenica pomeriggio ha ricordato per molti aspetti il rigore degli spareggi, con il fuoriclasse granata che mantiene la freddezza e la calma in un momento decisivo, l’unica differenza è che contro il Napoli Ale ha cambiato angolo. Quella volta Rosina non indossava il 10 e non aveva la fascia da capitano, l’ultimo turno davanti ai partenopei si. Un’investitura che sa molto di sacralità: non è da tutti essere il leader ed onorare il giorno della memoria con un gol ed una prestazione di alto livello. Dopo questo inverno e la revoca della fascia a Comotto non si poteva fare scelta migliore, perché Ale è il Toro ed il Toro è anche Ale. Lui è il trascinatore della squadra, il goleador, l’uomo-simbolo, il leader dentro e fuori dal campo. Sul prato verde nessuno ha paura di passargli la palla - anche se difficilmente se la vedrà ridare indietro - e tutti sanno di poter contare su di lui. L’anno passato è stato il miglior realizzatore con nove reti e quasi tutte fondamentali, questa stagione l’ha aperta con una perla straordinaria contro la Lazio all’Olimpico di Roma e con l’ultimo rigore ha raggiunto quota sette. E’ ancora giovane e ha 24 anni c’è molto da imparare, a cominciare dalla continuità: il fantasista granata alterna grandi prestazioni a prove incolore, nelle quali si estrania dalla partita entrando poco nel vivo del gioco. Spesso questi periodi coincidono sia con i suoi cali di forma sia con i brutti risultati dei granata. Ma l’età è dalla sua parte e con il tempo imparerà anche a ridurre tutti i suoi difetti. Donadoni lo ha convocato per concedergli una vetrina internazionale e fargli respirare per la prima volta l’aria della maglia azzurra. Difficile che lo porti agli Europei, ma se Rosina dovesse continuare su questi livelli i mondiali del 2010 non sarebbero più un’utopia. Forza Ale.
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