Mihajlovic l'ha richiesto per farne colonna della sua retroguardia, la società l'ha accontentato rinforzando ulteriormente il forte legame creatosi con la Roma in sede di mercato: è così che Leandro Castan si è trasferito al Torino nel corso dell'ultima sessione estiva. Il difensore brasiliano, che sta tornando sui suoi livelli fornendo grandi prestazioni, ha rilasciato un'intervista a 'La Repubblica' nella quale ha parlato di tutto, dal delicato intervento al suo presente in granata.
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Castan: “Il Toro mi ha dato fiducia. Costretto all’operazione per poter giocare”
Intervista / Il difensore a 'La Repubblica': "Ho superato la paura di morire, adesso vorrei restare a lungo in granata: qui tutti vogliono l'Europa"
"Ero uno dei cinque difensori più forti della Serie A, poi all'improvviso sono diventato un ex giocatore con la paura di morire: era il 13 settembre 2014, stavamo giocando ad Empoli ma ho le vertigini e sto male, vengo sostituito. Nelle settimane successive le cose peggiorano: non mi reggevo in piedi. D'accordo con la Roma parlammo di malanni muscolari, ma ero terrorizzato: persi quasi 15 chili, mi stavo convincendo che sarei morto"
"La stessa mattina in cui me ne parlarono mia moglie scoprì di essere incinta della nostra bambina. Il medico disse che senza intervento chirurgico non avrei più potuto giocare ma io volevo solo tornare in Brasile e mollare tutto, ero confuso e presi una settimana per pensarci. Alla fine accettai di sottopormi all'intervento - asportazione del cavernoma, ndr - per tornare a giocare"
"Ricordo il terrore in ospedale, la sera prima dell'intervento. Al risveglio sentivo tutto, ma non riuscivo a muovermi. Mia moglie era lì, al mio fianco. Due giorni in terapia intensiva: i più duri della mia vita. Ripetevano che l'operazione era riuscita, ma io mi chiedevo se sarei davvero tornato come prima. Ora che tutto è passato so di avere una nuova consapevolezza"
Poi, Castan si concentra sul ritorno in campo fino ad arrivare al presente: "Non è stato facile riprendere, dopo aver superato la paura di morire volevo dimostrare che non ne avevo di giocare, ma quando tornai ad allenarmi venire regolarmente saltato, era frustrante. In realtà mi serviva tempo ed avevo sopratutto bisogno di fiducia: quella che ho ritrovato qui a Torino"
"Questa squadra" prosegue il difensore brasiliano "ha qualcosa di speciale, tutti vogliono l'Europa. Mi piacerebbe restare a lungo in granata, proprio perchè hanno creduto in me. Non voglio fare polemiche sulla parentesi Sampdoria, è stato un periodo strano ma in fondo è stato meglio così, per arrivare qui dove tutti hanno dimostrato quanto tenessero a me"
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