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C’è ancora di che avere fiducia?

di Enrico Matteoni

Motivi per far storcere il naso da parte della dirigenza del Torino all’esasperata tifoseria granata ne sono stati dati in abbondanza: salvezze stentatissime, una retrocessione oggettivamente...

Redazione Toro News

di Enrico Matteoni

Motivi per far storcere il naso da parte della dirigenza del Torino all’esasperata tifoseria granata ne sono stati dati in abbondanza: salvezze stentatissime, una retrocessione oggettivamente meritata e due campionati che avrebbero fatto quantomeno arrossire chiunque e questi episodi non sono che il mero corollario di duemila altri piccoli e grandi accadimenti che stanno portando la gente del Toro sull’orlo dell’ennesima crisi di nervi. Errori di mercato (alcuni anche parecchio evidenti), una serie di plusvalenze realizzate che si contano sulle dita di una mano (Rosina, due anni fa, Grella e Ogbonna se verrà venduto, giusto per citare le più importanti) soverchiate da un’infinita serie di minusvalenze (Barone, Di Michele, Fiore, Abbruscato, solo per dirne alcuni ma l’elenco sarebbe ben più lungo) che di certo tanto bene al bilancio non fanno. A questo si potrebbero aggiungere calciatori che hanno reso meno di quanto ci si auspicasse (o, addirittura, nulla), l’annosa questione del Filadelfia, mercati estivi che vanno a rilento, giocatori presi con la formula del prestito (piuttosto che svantaggiosissime comproprietà) e puntualmente persi a giugno oltre a un sacco di promesse campate in aria. Le attenuanti per una situazione simile sono molteplici: nessuno è dotato di capacità di preveggenza, quindi non si può prevedere in anticipo quale sarà la resa di un calciatore (per quanto sembra difficile che un Pancaro qualsiasi potesse andare al Torino e diventare improvvisamente un Roberto Carlos), i tempi odierni sono economicamente difficili e le società sparano prezzi abbastanza assurdi per giocatori assolutamente normali e non fenomeni, dietro al Filadelfia ci sono tanti di quei problemi che è fin difficile quantificarli, etc etc… Quindi ci si potrebbe candidamente aggrappare a queste scusanti e persistere nel dare fiducia alla dirigenza e andare avanti così tranquillamente. Ma dopo il marchiano errore di ieri alle buste appare oggettivamente difficile poter concedere ancora fiducia alla dirigenza granata, perché in questo caso non ci sono scusanti che reggano, è stato un errore palese punto e basta, non il primo e, sicuramente, non l’ultimo. Ricapitoliamo brevemente: l’offerta granata per Iunco era la più alta (fatto confermato da più parti) ma all’apertura l’offerta più alta risulta essere quella del Chievo e l’attaccante ritorna in veneto. La causa di tutto parrebbe essere un errore nella compilazione delle buste, una gaffe che ha del fantozziano. Qualcuno potrebbe anche pensare male e ritenere che questo sbaglio non sia poi così accidentale. Si sa, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, ma in ogni caso non è da scartare a priori la possibilità dell’errore umano. Fatto sta ed è che quest’ultima clamorosa topica della dirigenza granata non sarà la più grave (porterà danni al bilancio, ma probabilmente non alla squadra), ma non è che la punta dell’iceberg di una situazione che si fa ogni giorno più insostenibile. Oramai la misura è colma e la fiducia della gente appare inesorabilmente persa, per rimettere a posto le cose ci sarà da impegnarsi parecchio.