Dopo tanto pensare al Toro che non c'é (ma che si vorrebbe), oggi tutti ma proprio tutti saranno obbligati a parlare del Toro che c'é (ma che si vorrebbe diverso). Gli arabi sono lontani, almeno per ora; ad arrivare in riva al Po con intenti di conquista saranno più prosaicamente i ciociari, che però ad accoglierli troveranno non braccia aperte, ma due mediani e quattro difensori. Chiaro che il pensiero di molti vola lontano, sarebbe più giusto che non fosse così ma in fondo è inevitabile lo sia; l'importante è che la cosa non valga per chi va in campo, ma è difficile, a sentire le parole dei giocatori (De Vezze che dice “a Bari abbiamo vinto il campionato con Tim Barton che incombeva in tribuna ogni sabato”) e a vederli lavorare in Sisport, quasi sollevati dalla scarsa pressione su di sé.E mentre l'obiettivo che segue gli emirati in Italia si sposta sulla scena politica o meglio su una sua parte, e in attesa di novità che potrebbero arrivare o del silenzio che potrebbe non essere rotto mai più, ecco che si attendono le reazioni dei tifosi; dopo essersi scatenati nei bar sport virtuali della rete, oggi sarà finalmente stadio. Le intenzioni della tifoseria organizzata, in massima parte oppositrice della presidenza Cairo, sono ovvimente bellicose; dal canto suo, il presidente ritiene di poter contare sull'appoggio della maggioranza, e non è illegittimo pensare che si possa assistere nuovamente ad una contrapposizione evidente. Non è illegittimo, ma è senz'altro molto triste pensare ad un nuovo Toro-Portogruaro; l'unità della tifoseria é forse più lontana ancora degli emirati, ma a differenza di questi ultimi non dipende da altri: dipende dalla propria volontà, dalla volontà di mettere da parte le divisioni di opinione e ritrovarsi in ciò che unisce, il Toro, più importante di tutto il resto.Ma eccoci di nuovo a commettere l'errore di parlare di tutto, tranne che della partita. Franco Lerda, dunque, chiamato da più parti a “cambiare”, oggi lo farà timidamente: lo schema sarà sempre il solito, il 4-2-3-1 al centro delle critiche, ma cambierà la posizione di alcuni degli interpreti, su tutti Sgrigna che dovrebbe essere chiamato ad operare meno da esterno e più da seconda punta, avvicinandosi a Bianchi ed al suo ruolo naturale. Garofalo sarà chiamato a correre il doppio e a coprire la fascia in fase di attacco. Torna D'Ambrosio, sperando torni “davvero” D'Ambrosio, e non il suo terzo gemello (dopo il secondo che sta a Trieste) ossia quello supponente dell'ultimo periodo; Obodo dovrà fare l'Obodo, il neopapà De Vezze dovrà correre per tre come sempre, e aspettiamo di vedere confermata l'anticipazione legata alla presenza come titolare di “Gigio” Scaglia. Massimo impegno per una vittoria che sarebbe importante, come lo sono sempre i tre punti, ma che stavolta avrebbe anche l'indubbio merito di contribuire a distrarre la gente del Toro dai tanti pensieri (senza risposta) accumulati in questi giorni.
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C’é il Toro
Dopo tanto pensare al Toro che non c'é (ma che si vorrebbe), oggi tutti ma proprio tutti saranno obbligati a parlare del Toro che c'é (ma che si vorrebbe diverso). Gli arabi sono lontani, almeno per ora; ad arrivare in riva al Po con intenti...
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