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Cereser a TN: “Con Juric un Toro stile anni ’70. Ma fossi in Belotti andrei via”

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L'ex difensore granata ha parlato ai microfoni di Toro News in occasione della cerimonia tenutasi ieri al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata

Gianluca Sartori

Il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata ieri - venerdì 3 dicembre - ha organizzato una grande serata in occasione dei 115 anni, anniversario della fondazione del Toro. Al Museo del Toro si è tenuta la Hall Of Fame Granata 2021: gli indotti di questa edizione sono Angelo Cereser, Gianni Bui e Giancarlo Bonetto. Ai nostri microfoni - dopo Gianni Bui: qui le sue parole - ha parlato Angelo Cereser, ex difensore del Torino che per ben sedici anni ha vestito la maglia granata.

Angelo sei nella Hall of Fame del Museo del Grande Torino, che effetto ti fa?

"Mi fa un effetto stranissimo perché alla mia veneranda età non pensi più a queste cose. Invece vengono premiate le scelte fatte tanti anni fa di stare a Torino per amore, serietà e per i tifosi che noi rispettiamo e questo rispetto la gente l'ha capito: in cambio ti danno più piccole cose come queste che sono fondamentali per la vita".

Il 3 dicembre è un giorno speciale per il Toro. Cosa ti suscita questa data?

"Il Toro è una delle società più note e più vecchie di tutte, ma man mano che invecchia sembra che abbia sempre più potere. Questo è importante per i giovani: bisogna spiegare ai bambini cosa sia il Toro, e affinchè continui questa storia bisogna raccontare la tradizione con pazienza, come fosse una fiaba".

Parliamo del nuovo libro che hai scritto con Paolo Ferrero, "Angelo Cereser, una vita in trincea". Che cosa racconti in queste pagine?

"E' un libro dove di calcio c'è poco, c'è molto della vita sociale al di fuori del campo dedicata ai compagni, dedicata alla squadra, dedicata alla società. Per avere fortuna nel calcio bisogna sacrificarsi, rispondere agli infortuni con grande fermezza e avere il coraggio di affrontare i momenti difficili. Se non sei un uomo vero non diventi buon calciatore".

Parliamo del Torino di oggi. Ti vediamo spesso allo stadio a vedere le partite...

"Mi piace come gioca questo Toro di Juric perché mi ricorda un po' quello che esprimevamo noi negli anni '70. Si parlava di "tremendismo granata" e questo lo rivedo molto oggi: noi però avevamo Pulici, Graziani e Sala che facevano la differenza".

Cosa cosa ne pensi del campionato attuale del Torino?

"Questo Toro ha raccolto meno di quel che meritava,  ci mancano i gol degli attaccanti. Però secondo me la classifica va più che bene perché abbiamo imparato un nuovo stile di gioco e spero che il presidente ne tenga conto nei prossimi acquisti".

Un parere su Belotti dopo l'infortunio che lo terrà lontano dal campo per diverso tempo?

"Con Belotti penso abbiano sbagliato in tanti. Al posto loro lo avrei tenuto a riposo dosando il suo rientro perché si vedeva che non era al top: dovevano farlo riposare prima che si facesse più male"

Un consiglio per il suo futuro?

"Io gli consiglierei dal Torino. Qui ha rappresentato tanto, ma da lui si pretende tanto e si pretenderà sempre di più. Questo potrebbe essere un vincolo negativo per lui come persona: forse si sentirebbe più libero e con meno pressioni da un'altra parte. Detto questo, a me da tifoso piacerebbe che stesse qua al Toro perché è una persona a modo".

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