di Paolo Morelli
toro
Chi batte la fiacca
di Paolo Morelli
L’amarezza di questi giorni rischia di far passare in secondo piano le colpe di qualcuno, per addossarle a qualcun altro che di proprie colpe ne ha già, ma non...
L’amarezza di questi giorni rischia di far passare in secondo piano le colpe di qualcuno, per addossarle a qualcun altro che di proprie colpe ne ha già, ma non tali da influire così tanto sul rendimento della squadra. Stiamo parlando dei giocatori e di Gianni De Biasi. L’allenatore ha la colpa di essere riuscito a leggere raramente la partita in corso, sbagliando i cambi e facendoli in maniera tardiva, e di aver malamente valorizzato il capitale umano della squadra. Con lui ci mettiamo anche la società, che nella campagna acquisti non ha certo azzeccato tutto, anche dato il fatto che gli acquisti sono stati programmati pensando ad un 4-3-3 quando invece ora si utilizza un 4-4-2. Senza contare la mancanza di un uomo-Toro (l’annosa questione Zaccarelli) nell’organigramma. Ma in campo chi ci va?Quello che abbiamo visto domenica è la conferma che un tecnico, spesso e volentieri, resti in balìa dei calciatori che allena. Troppo comodo però scaricare le loro colpe su di lui. La prestazione dell’altro ieri è stata indegna e i granata dovrebbero vergognarsene. Ci sono uomini del calibro di Rosina, Bianchi, Dzemaili, Barone (checché se ne dica, è sempre un campione del mondo) o Natali e Pratali. Insomma giocatori che non saranno considerati dei fenomeni, ma che sul piano della qualità possono stuzzicare l’invidia di molte altre squadre. Invece quando sono scesi in campo pare si siano trasformati di colpo in brocchi. Quando Diana a tre metri dalla porta riesce a calciare fuori (non avremmo preteso il gol, ma almeno il tiro in porta) significa che anche l’impegno scarseggia. Anzi, latita.Possiamo capire che – forse, o almeno, da quanto abbiamo visto – con l’allenatore possa esserci qualche scricchiolìo, ma non è certo una buona scusa per giocare come fossero tutti all’oratorio. I calciatori dovrebbero prendersi le proprie responsabilità. È questione di rispetto per i tifosi che allo stadio ci vanno pagando, e non poco. È questione di maturità perché per le loro colpe pagherà l’allenatore, è un copione già scritto, ma non è questo il calcio che vogliamo vedere. Forse non è nemmeno questo il calcio. Un operaio che batte la fiacca viene licenziato. E per i giocatori che battono la fiacca che succede? Forse sarebbe il caso che Cairo prenda provvedimenti anche in questo senso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
L’amarezza di questi giorni rischia di far passare in secondo piano le colpe di qualcuno, per addossarle a qualcun altro che di proprie colpe ne ha già, ma non...
L’amarezza di questi giorni rischia di far passare in secondo piano le colpe di qualcuno, per addossarle a qualcun altro che di proprie colpe ne ha già, ma non tali da influire così tanto sul rendimento della squadra. Stiamo parlando dei giocatori e di Gianni De Biasi. L’allenatore ha la colpa di essere riuscito a leggere raramente la partita in corso, sbagliando i cambi e facendoli in maniera tardiva, e di aver malamente valorizzato il capitale umano della squadra. Con lui ci mettiamo anche la società, che nella campagna acquisti non ha certo azzeccato tutto, anche dato il fatto che gli acquisti sono stati programmati pensando ad un 4-3-3 quando invece ora si utilizza un 4-4-2. Senza contare la mancanza di un uomo-Toro (l’annosa questione Zaccarelli) nell’organigramma. Ma in campo chi ci va?Quello che abbiamo visto domenica è la conferma che un tecnico, spesso e volentieri, resti in balìa dei calciatori che allena. Troppo comodo però scaricare le loro colpe su di lui. La prestazione dell’altro ieri è stata indegna e i granata dovrebbero vergognarsene. Ci sono uomini del calibro di Rosina, Bianchi, Dzemaili, Barone (checché se ne dica, è sempre un campione del mondo) o Natali e Pratali. Insomma giocatori che non saranno considerati dei fenomeni, ma che sul piano della qualità possono stuzzicare l’invidia di molte altre squadre. Invece quando sono scesi in campo pare si siano trasformati di colpo in brocchi. Quando Diana a tre metri dalla porta riesce a calciare fuori (non avremmo preteso il gol, ma almeno il tiro in porta) significa che anche l’impegno scarseggia. Anzi, latita.Possiamo capire che – forse, o almeno, da quanto abbiamo visto – con l’allenatore possa esserci qualche scricchiolìo, ma non è certo una buona scusa per giocare come fossero tutti all’oratorio. I calciatori dovrebbero prendersi le proprie responsabilità. È questione di rispetto per i tifosi che allo stadio ci vanno pagando, e non poco. È questione di maturità perché per le loro colpe pagherà l’allenatore, è un copione già scritto, ma non è questo il calcio che vogliamo vedere. Forse non è nemmeno questo il calcio. Un operaio che batte la fiacca viene licenziato. E per i giocatori che battono la fiacca che succede? Forse sarebbe il caso che Cairo prenda provvedimenti anche in questo senso.
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