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Chievo-Torino: la consapevolezza di non poter fare di più

Chievo-Torino 0-0 / Un pari frutto di una partita inguardabile e del non-gioco: ma questo è quello che passa il convento

Gianluca Sartori

"Inguardabile. Questo l'aggettivo più adatto per definire la partita del “Bentegodi”. Come inguardabile è stato il gioco, o meglio il non-gioco del Torino, praticamente incapace di andare oltre a una efficiente fase di rottura, un po' come successo a Empoli. La partita in casa dei ragazzi di Sarri è stata per molti versi simile a quella di ieri, anche se i granata allora soffrirono molto di più contro una squadra che, a differenza del Chievo, aveva le armi per fare male alla difesa granata.

"Empoli e Verona sono allora due indizi che rafforzano la sensazione che Ventura e i suoi siano i primi a essere coscienti del fatto che per adesso il Toro non può andare oltre, almeno fuoricasa, a barcamenarsi in questo modo. La partita contro il Chievo molto probabilmente è stata preparata anche e soprattutto con l'obiettivo di non uscire sconfitti dal terreno di gioco. Portare a casa lo 0-0: la squadra non ha mai preso rischi, badando unicamente a coprire tutte le zone del campo. Senza osare di più, ma perché non ci sono i mezzi per farlo.

"Già il mercato estivo ha portato in dote una squadra con dei chiari limiti; se poi fioccano le assenze e vengono a mancare l'unico in grado di accendere la luce (El Kaddouri) e l'unica punta di peso che possa tenere alta la squadra (Amauri) ecco che il Toro diventa una squadra che, probabilmente, più di così non può proprio fare.

"Il + 6 dal terzultimo posto per ora tranquillizza tutti in casa granata. Ma solo una buona campagna di riparazione in questo mese può portare alternative in più a Ventura e così evitare di far vivere al Torino e ai suoi tifosi un girone di ritorno tribolato. A chiunque è evidente che servano rinforzi, e di peso, a centrocampo e in avanti, i due reparti che in estate si sono costruiti a metà. Altrimenti, è chiaro che questa squadra più di quello che ha dato finora non potrà dare: questo è quello che “passa il convento”.