I tifosi, si sa, sono da sempre l'anima, il cuore pulsante delle squadre di calcio. Un corpo unico accomunato da una sola passione; ma anche persone comuni con una storia da raccontare. Se alzando lo sguardo allo Stadio Olimpico Grande Torino doveste scorgere una bandiera spagnola esposta con orgoglio in piena Curva Maratona, probabilmente vi siete imbattuti in lui. Claudio: appassionato tifoso granata che segue il Torino da sempre e, da un paio d'anni a questa parte, segue con un occhio di riguardo anche le vicende di Iago Falque: "La mia passione per il Torino nasce da quando ne ho memoria. È una cosa che ti viene da dentro, non si può controllare. Sin da quando ero bambino tifavo e seguivo il Toro. Gran parte del merito va ai miei nonni, entrambi tifosi granata, che mi hanno trasmesso questa passione. Frequento da sempre la Maratona, anche quando lavoravo Milano facevo del mio meglio per esserci ma spesso facevo parte della 'Maratona Itinerante'".
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Claudio, il tifoso di Falque: “Mio figlio si chiama come lui, porto la Spagna in Maratona”
Intervista / Claudio, grande tifoso del Torino, racconta ai nostri microfoni la sua passione per Iago Falque
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La sua storia è un filo rosso (o meglio rojo) che lega la sua vita e quella della sua famiglia al Torino e alla Spagna: "Quando vado in Maratona porto sempre con me una bandiera spagnola. Ho un aneddoto. Ho una carissima amica di famiglia in Spagna, anche lei della zona della Galizia (come Iago Falque n.d.r.) ed ha un figlio che si chiama Jago - che sarebbe l'equivalente spagnolo del nome italiano Giacomo - sono molto affezionato a loro, alla Spagna e a questo nome tanto da aver chiamato anche mio figlio Giacomo. Poi la mia è una famiglia di pellegrini, siamo devoti a Santiago. Anche per questo la Spagna e Iago Falque restano speciali per me".
Dopo le dichiarazioni rilasciate al termine del match con la Roma, adesso i tifosi granata tremano. E anche Claudio ha paura di veder partire il suo beniamino: "Capisco il suo sfogo, tra tutte le meteore (o presunte tali) che hanno orbitato attorno al pianeta Torino è da dire che lui senza dubbio ha lasciato il segno, con i gol, gli assist ma non solo. È senza dubbio un giocatore importante anche se non mi sembra che né la stampa né tanto meno i tifosi abbiano parlato male di lui, quanto piuttosto abbiano evidenziato i problemi che fisiologicamente ci potrebbero essere in caso di un cambio di ruolo. Merita più rispetto, ma anche i tifosi meritano più rispetto. Anche solo un piccolo gesto. Se per ipotesi io avessi giocato in Spagna, a Madrid per esempio, e vedessi in curva qualcuno con la bandiera italiana in mio onore ad ogni gol, ogni assist correrei verso la curva a ringraziare. Perché quello è un cuore in più che batte per me e per i miei colori".
Storie di un calcio romantico, fatto di sentimenti puri quali amore e passione. Questa è anche la storia della Maratona, ma Claudio non si sente in diritto di rappresentare con la sua opinione tutto il popolo della curva: "La maratona non è solo una curva, è una comunità e non può essere rappresentata soltanto dalla mia opinione. Detto questo credo che prima di Iago Falque il Torino debba mandare alla porta altri giocatori, ma questa resta la mia opinione". Comunque vada una cosa è certa: a prescindere dal futuro di Iago Falque, Claudio resterà lì, in Maratona, con la bandiera spagnola esposta con orgoglio a gridare a pieni polmoni "Forza Toro!".
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