"Ecco Stefano Colantuono presentarsi per la prima volta nella sala stampa del centro Sisport, ossia di quello che da ieri è il luogo in cui passerà la maggior parte delle sue giornate.
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Cola: ”Contestazione giusta. Ora, sostegno”
Ecco Stefano Colantuono presentarsi per la prima volta nella sala stampa del centro Sisport, ossia di quello che da ieri è il luogo in cui passerà la maggior parte delle sue giornate.
"Inevitabile partire dall’accoglienza riservata ieri ai suoi, ossia la contestazione. “Ce lo aspettavamo -esordisce-, la rabbia per lo scorso anno si è accumulata, e anzi sarebbe stato strano il contrario, visto che era la prima volta dalla fine del campionato che i tifosi vedevano la squadra. Si sono fatti sentire, sì, ma in modo civile; noi ce la siamo presa, la contestazione, ed è giusto così”, afferma. “Ma noi siamo qua, non scappiamo”, attacca il mister, e poi chiarisce meglio: “Ora ci hanno contestati, noi ce la siamo presa tutta, adesso però è giusto che finisca qua, perché la squadra ha poi bisogno dei suoi tifosi ed i tifosi della squadra. Per questo -annuncia- ho deciso di tenere i cancelli aperti, per avere la gente vicino”.
"Riguardo al più contestato, Matteo Rubin, “Cola” cerca attenuanti: “Ha fatto un errore di gioventù. Sicuramente ha detto una cosa ma voleva dirne un’altra, invece gli è uscita quella. Lui stesso si è accorto di aver fatto un errore, noi lo accettiamo”.Intanto, breve l’esordio ufficiale, e tra tre settimane è già campionato. “Quel che conta, in stagione, non è mai la partita singola, ma il raggiungimento dell’obiettivo. Errori ne faremo”, garantisce il tecnico, “ma in questi gioco tutti ne fanno, anche i più bravi. La condizione con cui ci presenteremo al pubblico allo stadio non sarà ottimale, e sarebbe grave se lo fosse: significherebbe aver sbagliato la preparazione. Non sarà ottimale, comunque, ma non lo sarà neppure per gli avversari”.
"Il mercato, argomento teoricamente caldo, ma molto freddo in casa-Toro. “In Italia -è la difesa di Colantuono- oggi nessuna ha chiuso. Né in entrata né in uscita, neppure una società. Io lavoro con quelli che ho”. Gli viene chiesto se pensa di fare come fece con Rosina, tenuto fuori in amichevole perché partente. Il riferimento è tanto chiaro che il mister coglie subito: “Alludete a Dzemaili? Io ho 47 anni -riflette- e so come vanno le cose, in certi casi; sono in grado di valutare se un giocatore psicologicamente è in grado o meno di gicare. Se penserò lo sia, lo manderò in campo”, glissa. “A centrocampo”, continua “comunque, numericamente siamo coperti. Se Dzemaili dovesse partire ci sono tanti compagni, per cui prendere uno per fare numero non serve; se lui andasse via, e non è detto, allora vedremo di fare qualcosa, e vedremo cosa”.
"Vediamo di parlare del suo lavoro: gli allenamenti. “Sono finiti i carichi pesanti, ora posso lavorare sulla brillantezza. Ma ho voluto vedere se la squadra è in grado di soffrire in caso di difficoltà; devo dire di sì, questo gruppo ha buoni attributi”. I ragazzi hanno la “testa” da B?, gli chiedono: “ A tale domanda -glissa- nessuno vi risponderà mai di no, ma io vedendoli credo e spero di sì. L’importante sarà però andare sul campo, su un campo qualunque, mettendoli, questi attributi, e giocando come una provinciale. Non dovremo mai pensare “noi siamo il Toro”, se no si perde”. E poi, soprattutto e ancora una volta, equilibrio: "Non esaltiamoci mai per un periodo positivo e assolutamente non abbattiamoci per uno negativo”, chiude.
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