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Colantuono alla chance della carriera

di Edoardo Blandino

Finalmente è arrivata. Dopo due settimane è arrivata la notizia. La società si è presa il suo tempo e dopo 15 giorni è stato comunicato il nome...

Edoardo Blandino

di Edoardo Blandino

"Finalmente è arrivata. Dopo due settimane è arrivata la notizia. La società si è presa il suo tempo e dopo 15 giorni è stato comunicato il nome del nuovo allenatore: Stefano Colantuono. Salgono così a quota cinque i tecnici avvicendatisi in questa era Cairo. De Biasi, Zaccheroni, Novellino e Camolese l’hanno preceduto ed alla fine hanno ricevuto tutti il benservito. Compreso Camola, che aveva ottimamente figurato in quel ruolo. Adesso toccherà a Mr. Colantuono da Roma, 47 anni a ottobre e qualche esperienza in A sia da giocatore che da allenatore. Il Toro ricomincia con lui. La scelta è stata difficile ed il ballottaggio con Giampaolo lungo. Alla fine ha vinto il tecnico romano, sia per una maggiore facilità nella trattativa (il bianconero era ancora legato al Siena da un contratto), sia per la grande affinità che lo lega a Foschi. Già, perché per il ds granata Colantuono non è una novità. I due si erano conosciuti due anni fa ai tempi di Palermo, quando il tecnico, dopo un bel primo campionato in A con l’Atalanta, veniva chiamato da Zamparini alla guida tecnica dei rosanero. L’avventura con i siciliani, però, non fu entusiasmante, tant’è che il mister romano non arrivò a mangiare il panettone, venendo esonerato a novembre. Fu poi richiamato quattro mesi dopo per concludere il campionato. Ci riuscì bene e arrivò la conferma anche per la stagione successiva, cioè quella appena conclusa. Ma qui Zamparini diede il meglio di sé, esonerandolo alla prima giornata per la sconfitta contro l’Udinese.

"Oggi è arrivato al Torino felice come un bambino: “Con questo colori sarei sceso anche in C. Lo dissi a Foschi in tempi non sospetti, quando lavoravamo altrove, che mi sarebbe piaciuto allenare il Toro”. Un segnale niente male dunque. Adesso bisogna lavorare e tanto, perché “sul campo di provincia non importa se hai un nome”. Le sue squadre sono pratiche e solide, bada al sodo lui. Non sa ancora quali giocatori avrà a disposizione per la prossima stagione, ma sa già che se qualcuno non è convinto non lo vuole. Con l’Atalanta aveva disputato uno splendido campionato cadetto, conquistando la promozione. In precedenza aveva raggiunto i playoff con il Perugia, dopo aver centrato una promozione in C1 con la Sambenedettese, alla prima esperienza in panchina, ed aver allenato il Catania in B. Adesso arriva in un club blasonato, almeno per quanto riguarda il nome. Questa è la sua chance.