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Come cambia il Toro con Meggiorini

L'approdo di Riccardo Meggiorini all'ombra della Mole oltre a dividere i tifosi in merito alle caratteristiche tecniche del giocatore - c'è chi è più scettico e chi meno sulle sue potenzialità - li ha certamente...

Stefano Rosso

L'approdo di Riccardo Meggiorini all'ombra della Mole oltre a dividere i tifosi in merito alle caratteristiche tecniche del giocatore - c'è chi è più scettico e chi meno sulle sue potenzialità - li ha certamente stupiti in materia di assetto tattico della squadra. C'è chi se l'è immaginato come una prima punta, quindi si aspetterà gol a ripetizione, chi invece lo considera una torre e lo vede giocare spalle alla porta per coprire il pallone.

Dal punto di vista tattico, Riccardo Meggiorini, nello scacchiere granata può ricoprire perfettamente il ruolo della seconda punta, magari partendo un po' decentrato sull'esterno com'è capitato ad Antenucci nella partita contro l'Ascoli oppure lavorando semplicemente col fisico per portare pressione alle difese avversarie e cercare, a suon di inserimenti senza palla, lo spunto per aprire gli spazi ed arrivare al tiro.

I suoi numeri, però, parlano chiaro: con soli 5 reti segnate con la maglia del Bari ed una con Bologna e Novara non è il tipo di giocatore da cui aspettarsi tante marcature, sebbene tra il 2007 ed il 2009 pare aver trovato la sua dimensione migliore a Cittadella segnando dapprima 14 gol in C1 e poi, l'anno successivo, 18 in serie B.

In questo Torino potremo quindi vederlo all'opera sia nel classico 4-2-4 venturiano, come attaccante centrale al fianco di Rolando Bianchi o Mirco Antenucci, più difficilmente con Sgrigna - anche lui seconda punta - od Ebagua - indipendentemente dal mercato sono due giocatori praticamente identici - oppure nel 4-3-3 come esterno laterale d'attacco, partendo largo sulla corsia laterale per aprire le maglie della difesa e poi convergere al centro per cercare la conclusione a rete o l'assist per il compagno.

(foto M.Dreosti)