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Come e quanto il Covid ha ostacolato il Torino: tutti i casi dal 2020 ad oggi

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Era dal contagio di Sirigu, ad aprile, che i granata non dovevano fare i conti con nuove positività

Alberto Giulini

Nel contesto di un Paese che sta facendo i conti con un sempre più crescente numero di positivi, il Covid è tornato a prendersi la scena anche in casa Toro. Il pensiero è oggi rivolto prima di tutto al virus: i tre contagi di ieri costringono a tenere altissima l’attenzione, per cercare di limitare quanto possibile la portata di un nuovo focolaio granata. La trasferta di Bergamo, alla vigilia della partita, è dunque a rischio e quasi in secondo piano. Una situazione non nuova per il Toro, che si è trovato a fare i conti con il Covid a più riprese negli ultimi due anni.

IL PRIMO CASO - Il campionato 2019/2020 andò in archivio con un solo contagiato. Il 6 maggio i granata comunicarono infatti la positività  di un giocatore, che dovette saltare la prima fase di allenamenti individuali ed i primissimi lavori in gruppo. Ma si trattò di un caso isolato ed il campionato si concluse senza spiacevoli sorprese. Va comunque sottolineato come il contesto fosse completamente diverso rispetto ad oggi: si tornò infatti a giocare dopo mesi di chiusure totali, con i contagi in costante calo nel Paese e la stagione estiva che contribuì a limitare la diffusione del virus.

PREPARAZIONE ESTIVA - Per trovare nuovi giocatori contagiati bisogna quindi passare alla preparazione estiva in vista della scorsa stagione. Il 20 agosto 2020 il Toro comunicò la positività di due giocatori, senza ripercussioni sul resto del gruppo squadra. Quindi il 9 settembre fu il turno di un membro dello staff, che rappresentò un caso isolato ma costrinse all'annullamento delle amichevoli in programma. Il 22 settembre toccò invece a Djidji, all'epoca in uscita dal club. Una positività che anche in questo caso non ebbe conseguenze per i compagni, ma portò qualche grattacapo in più al centrale che proprio in quei giorni stava per trasferirsi allo Spezia; il trasferimento saltò e lui finì poi al Crotone. 

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LE NAZIONALI - Qualche problema in più arrivò ad ottobre, quando Giampaolo perse Zaza e Millico rispettivamente alla vigilia e la mattina stessa della gara contro il Cagliari. In questo caso il contagio si allargò ad un totale di quattro persone, coinvolgendo anche due membri dello staff tecnico. Il 30 ottobre fu quindi il turno del presidente Cairo, elemento comunque estraneo al gruppo squadra, e in quello stesso periodo altri dirigenti della società granata si sono infettati, prima della positività di Giampaolo del 13 novembre. Una settimana più tardi al tecnico si aggiunsero Vojvoda, Ujkani, Gojak ed un altro giocatore, contagiati con le rispettive nazionali e fermati al rientro a Torino. Giampaolo e il suo vice Conti si videro costretti a ridisegnare il Toro, abbandonando il 4-3-1-2 ed alcuni giocatori in crescita per passare al 3-5-2. Quindi Sanabria, nel mercato di gennaio, risultò positivo al momento del suo arrivo a Torino.

IL FOCOLAIO - A febbraio arrivò invece un vero e proprio focolaio: alla vigilia della trasferta di Cagliari, il Toro annunciò la positività di due giocatori. In Sardegna i granata rinunciarono precauzionalmente anche a Linetty per un tampone dubbio divenuto positivo nei giorni seguenti. Seguendo il protocollo Figc, nonostante i contagi avvenuti a ridosso dell'incontro, la gara della Sardegna Arena si disputò regolarmente. Ma pochi giorni dopo scoppiò il vero e proprio focolaio, con l’inevitabile sospensione di tutte le attività. Risultarono infatti positivi altri cinque giocatori tra cui Belotti, Nkoulou, Bremer e Baselli oltre a tre persone tra staff tecnico e sanitario. Ad aprile si registrò quindi l’ultimo caso isolato: Sirigu, al rientro dopo gli impegni con la Nazionale, riuscì a giocare il derby salvo poi risultare positivo al tampone pochi giorni più tardi.

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IL RITORNO DEL COVID - Dopo mesi di tregua, ora il Covid è tornato a bussare prepotentemente alla porta dei granata. Il primo giocatore positivo è stato Verdi a Santo Stefano, ma il giocatore si trovava a Bologna con la compagna da diversi giorni e non aveva avuto contatti con il resto del gruppo squadra. Verdi che - tra l’altro - si è già negativizzato ed ha fatto ritorno a Torino. Il rientro dalle vacanze natalizie ha quindi segnato un incremento di casi, così come sta avvenendo in diverse altre società. Il tampone eseguito prima della ripresa (29 dicembre) ha fermato inizialmente un giocatore ed un membro dello staff tecnico. Gli allenamenti sono quindi ripresi, ma dai test eseguiti il 31 dicembre sono emersi altri due calciatori positivi; elementi che, in questo caso, si erano allenati con i compagni. Il Toro ha quindi monitorato la situazione con ulteriori tamponi, fino alla brutta notizia di ieri: altri tre giocatori risultati positivi hanno portato alla sospensione dell’attività. Con la speranza che il focolaio non si espanda ulteriormente, ma da questo punto di vista bisognerà attendere l’esito dei tamponi che verranno eseguiti in giornata.