Qui non si parla di Torino-Vicenza: l'analisi la fa puntuale come sempre Stefano Brugnoli nei suoi “Appunti”, perché in questa sede non si parla di una partita. Qui si parla di quel che é successo nelle 48 ore precedenti, una serie di cose che vanno a creare imbarazzi, quando non difficoltà vere e proprie, in una stagione dove proprio non ce n'era bisogno; vanno a rompere il giocattolo, dice qualcuno, ma le ragioni per restare ottimisti ci sono comunque. Vediamo.Il capitano ripescato. Al penultimo giorno di mercato, la dirigenza riceve -come sempre- telefonate di qualche società che si dice interessata a Bianchi; gli stessi uomini-mercato del Cesena, per dirne una, sono iper-scettici sulla possibilità che il Torino possa dire “sì”: ben più facile arrivare ad uno Iaquinta che é la sesta punta nella sua squadra, che non ad un Bianchi. “Non ci aspettavamo certo una disponibilità”, dicono ora. Invece, a sorpresa, si sentono dire “Ok, parliamone”.Nella giornata di ieri, Bianchi viene ceduto al Catania. I siciliani fanno la loro offerta, i granata dicono sì: stretta di mano, “Ora andate a parlare col giocatore”. Che fa saltare i piani societari, dicendo “no” (e non per ragioni economiche, visto che il trattamento sarebbe rimasto l'attuale).Cairo in seguito dirà che non ha “mai pensato di venderlo”, mentre Lo Monaco si rammarica perché la sua “ottima offerta era stata accettata, ma alla fine non si é trovato l'ultimo accordo” (con il giocatore). La sostanza é questa: Bianchi era stato venduto. Il Torino si era sbarazzato del suo capitano nelle ultime ore di mercato, con possibilità di rimpiazzarlo adeguatamente uguali a zero (non c'era nessun discorso avviato con chicchessia!). E ora, Bianchi rimane sapendo che lo fa a dispetto dei santi; sapendo che era stato scaricato, senza preavviso, da Cairo e Petrachi. Poche ore prima di una partita per la quale era tra i convocati. Autolesionismo 2.0.Lo “juventino” e i tifosi. Cristian Pasquato é forse l'acquisto più interessante tra quelli arrivati a gennaio. Opinioni, come sempre, nel calcio, ma é innegabile che le doti in suo possesso possano far la differenza in Serie B, in una squadra che non brilla per qualità tecniche. Per farlo proprio, almeno a metà, ci volevano 2 milioni di euro; non sono stati tirati fuori, scelta legittima sulla quale decidiamo di soprassedere.Dal momento che il giocatore arriva dalla Juventus (e in prestito secco), cosa che certo non contribuisce a farlo amare da pubblico, il Torino ha pensato bene di presentarne l'acquisto in questo modo: “Se a giugno sarà all'altezza della Juve, se lo terranno; se no, magari ce lo lasceranno pure”.Come creare malumore all'interno della tifoseria (e verso un incolpevole ragazzo animato di buona volontà).Il “rinforzo” e i compagni. Salvatore Masiello arriva all'ultimo, dopo sei mesi in cui non lo ha cercato nessuno. E' un buon giocatore, su questo non ci piove; ma un tesserato non va solo in campo, va anche in spogliatoio con i compagni, ci va in ritiro, etc. E Masiello é un giocatore che Torrente ha messo fuori rosa, ma che prima di lui anche Conte aveva messo fuori rosa, e che in carriera altre volte il mister di turno aveva messo fuori rosa. L'episodio del lancio del piatto é celebre, ma le intemperanze che l'hanno visto protagonista negli anni sono ben altre; sappiamo per certo che diversi nuovi compagni non hanno proprio fatto salti di gioia all'idea che proprio il Torino abbia deciso di riesumarlo. Come creare malumore all'interno dello spogliatoio.Un tale concentrato di autolesionismo, su una squadra che aveva bisogno di poco o nulla se non di uno/due investimenti (ripetiamo: “investimenti”, uguale “denaro” e uguale “giovani” - mentre i giovani sono arrivati in prestito e i meno giovani a titolo definitivo), puzza. Puzza di superficialità, di interessi che non sono quelli comuni, mentre di certo non profuma di amore per questo Toro.Questo Toro, che é un giocattolo talmente ben organizzato che forse riuscirà comunque a non rompersi. Perché la società di Cairo é fortunata: ha un capitano come Bianchi, che (anziché rifiutarsi di lavorare, piuttosto che fare ricorso all'art. 17, piuttosto che lasciarsi abbattere dall'imbarazzante situazione che da oggi vivrà) continuerà a comportarsi da professionista esemplare. Ha un allenatore serio e preparato e con voglia di vincere, anche se aveva chiesto di fare il mercato già per la stagione successiva (programmazione) e non l'ha avuto. Ha una squadra oliata e professionale, che probabilmente non lascerà vincere i malumori come potrebbe accadere in molti altri spogliatoi.E ha una tifoseria troppo innamorata della maglia. Ma forse non al punto da accettare tutto, da accettare certe dichiarazioni, certi comportamenti, certo scarso amore per il Toro.
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Come tentare di rovinare tutto
Qui non si parla di Torino-Vicenza: l'analisi la fa puntuale come sempre Stefano Brugnoli nei suoi “Appunti”, perché in questa sede non si parla di una partita. Qui si parla di quel che é successo nelle 48 ore...
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