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Comi saluta il Torino di Cairo dopo 16 anni, è la fine di un’era

Comi saluta il Torino di Cairo dopo 16 anni, è la fine di un’era

Dal punto di vista sportivo mai ha avuto la possibilità di avere voce in capitolo, l’ultimo episodio è l’addio di Nicola

Roberto Ugliono

L’estate del 2005 in casa Torino se la ricordano tutti. La promozione in A, poi il fallimento e la rinascita. Della società di Cimminelli l’unico a rimanere in granata era stato Antonio Comi. Portato negli anni precedenti da Renato Zaccarelli a ricoprire il ruolo di responsabile del settore giovanile, la neonata società di Cairo lo aveva confermato in quel ruolo.

GLI INIZI - Una carica ricoperta con orgoglio e passione fino all’arrivo di Massimo Bava (anche lui silurato ieri dal Torino). A Comi era toccato il compito di ricostruire un settore giovanile depauperato dal fallimento. Tanti giocatori di talento persi e pochi investimenti possibili da fare. Era un Torino fatto da torinesi e da piemontesi principalmente, pochi ragazzi provenivano da fuori. Per questo motivo le difficoltà erano state tante, ma il sentimento di orgoglio per i piccoli traguardi raggiunti era enorme. Con Antonino Asta sulla panchina della Primavera si era riavviato un processo di formazione di professionisti, poi portato avanti egregiamente sotto la gestione Bava.

LA FINE - Poi negli ultimi 9 anni Comi ha iniziato il lavoro da direttore generale, pur non avendo mai ricevuto gli oneri e gli onori di un ruolo del genere. Comi è diventato più una figura pronta a rappresentare la tradizione del Torino appresa sin da ragazzino, quando si trasferì nel convitto al tempo delle giovanili. Dal punto di vista sportivo mai ha avuto la possibilità di avere voce in capitolo e l’ultimo episodio è l’addio di Nicola. Era stato tenuto all’oscuro di tutto fino alla firma di Juric e poi a lui era toccato il compito di comunicare all’ex allenatore del Torino decisioni altrui. Il preambolo di una fine. Negli anni Comi ha spesso ingoiato bocconi amari, come le continue e incessanti critiche dei tifosi per colpe non sue. Sicuramente avrebbe preferito sbagliare con le sue idee. Ma così non è mai successo.