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Comotto… profeta in patria

La vittoria contro l'Empoli, la terza consecutiva, porta la firma di uno dei giocatori attuali che ha scritto una parte della storia moderna del Torino, partendo da quello fallito nel 2005 e rientrando con la rinascita di Urbano Cairo. Quando...

Redazione Toro News

La vittoria contro l'Empoli, la terza consecutiva, porta la firma di uno dei giocatori attuali che ha scritto una parte della storia moderna del Torino, partendo da quello fallito nel 2005 e rientrando con la rinascita di Urbano Cairo. Quando ha scoccato il tiro, nemmeno lui, Gianluca da Ivrea, avrebbe mai immaginato che si sarebbe insaccato dietro alla schiena di Balli, forse se n'è accorto quando ha sentito il boato del pubblico e allora ha capito di aver compiuto l'impresa, perchè questo suo gol non è valso solo per la vittoria, ma anche per il Centenario. La prima rete che porta verso il secondo secolo di vita del Toro. Proprio lui, Comotto, che aveva disobbedito agli ordini di Zaccheroni di non lasciare gli spogliatoi per andare a vedere i festeggiamenti, onde evitare di perdere la concentrazione. Invece Gianluca ha trovato l'ispirazione giusta e, senza togliere nulla ai suoi compagni, è giusto che il destino abbia scelto lui per la prodezza, perchè lo merita più di tutti.

"Cresciuto nelle giovanili, torinese, tifoso, Comotto ha tutte le caratteristiche giuste per diventare l'eroe di una giornata memorabile, di quelle che non ti scordi più per tutta la vita. Costruendo un po' di retorica attorno si può dire che i vecchi campioni del passato, quelli che si trovano adesso a giocare nelle vaste praterie del Paradiso, di lassù hanno accompagnato la sua prodezza, ma tornando in terra Comotto il gol l'ha cercato con il cuore, il suo, mettendoci tanta volontà. Persino Pulici ha manifestato ammirazione per l'esecuzione, perchè è stata una rete davvero incredibile per come è nata, con coordinazione, potenza e velocità. In questo modo Gianluca ha zittito gli scettici, quelli che l'hanno accolto addirittura con qualche fischio, lui è stato grande a crescere con queste critiche, per dimostrare che il Comotto un po' ingenuo e irascibile del passato ha lasciato posto ad un uomo di carattere, degno della maglia che porta, sognando perchè no anche quella azzurra.

"Ovunque è andato, partendo da Firenze, per passare a Reggio Calabria, fino ad Ascoli, dove è maturato definitivamente, ha lasciato ottimi ricordi, doveva solo convincere i suoi vecchi tifosi di essere diventato un giocatore completo, che può fare la differenza. Il suo è un lavoro oscuro, ma le due reti segnate l'hanno messo in evidenza persino come bomber. Robin Williams fu protagonista di un bellissimo film 'L'uomo bicentenario', ebbene lo dedichiamo a Comotto, colui che ha scritto la prima prodezza verso il secondo secolo di vita granata.