"Una cosa l’abbiamo capita tutti: non è un’estate semplice per la dirigenza granata. Cairo a metà maggio è partito con una serie di promesse e programmi che stanno trovando grande difficoltà ad essere compiuti per poi sterzare sull’operazione chiarezza in quel di Chia. Le frenate estive sono partite dal nodo- direttore sportivo, sciolto dopo un mese abbondante di ricerche e dinieghi, mese costato tempo prezioso in diverse trattative e nella definizione degli obiettivi di mercato stessi.Ora c’è Pederzoli che sta lavorando alacremente per riuscire a prendere quei giocatori che servono e non sono ancora arrivati (terzino, centrale, regista e punta). Ciò che sembra mancare ancora è una struttura societaria forte, in grado di porsi come interfaccia tra la squadra, la società e l’esterno (stampa e tifoseria). Un uomo che conosca bene il Toro, lo ami e lo difenda curandone gli interessi: impegnandosi ad ampio raggio, su pù fronti. Qualcuno che vada ad aggiungersi a coloro che già lavorano con serietà ed abnegazione per la società.
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Con uno Zaccarelli in società…
Una cosa l’abbiamo capita tutti: non è un’estate semplice per la dirigenza granata. Cairo a metà maggio è partito con una serie di promesse e programmi che stanno trovando grande...
"Uno Zaccarelli, tanto per intenderci. Dell’ex giocatore e dirigente granata si è parlato spesso nei mesi scorsi, accostandolo al Torino di Cairo con diverse possibili mansioni, a cominciare proprio da quella di direttore sportivo.Zaccarelli sarebbe ottimo ed utilissimo anche in tandem con Pederzoli, a mio avviso, come uomo di immagine e di fiducia. Una sorta di garante per il Toro e per i suoi tifosi, con un compito simile a quello che da anni svolge Gigi Riva con la nazionale azzurra (di cui figura ufficialmente team manager). Una figura “paterna” per i giocatori, affidabile per la dirigenza e credibile per i sostenitori.Non può sfuggire al alcun tifoso il fatto che dal termine del campionato ad oggi ogni sussurro, ogni intervista rilasciata da giocatori granata sia diventato un macigno per la società, una gatta da pelare.Dal lento ed inesorabile addio di Comotto al rinnovo di Sereni (le cose fortunatamente si sono messe bene come vi abbiamo riferito la scorsa settimana), dalle uscite poco felici di Di Michele che ha palesato ai quattro venti una presunta poca considerazione da parte del tecnico De Biasi, sino ai concetti chiari e tondi espressi da capitan Rosina, per il quale è in arrivo una multa. Una reprimenda a posteriori quando il patatrac è già compiuto.
"Si tratta di quattro casi molto diversi tra loro di cui ognuno si è fatto la propria idea specifica ma un dato appare incontrovertibile: queste cose non avvengono in molti club di A.Esprimere le proprie idee e preoccupazioni è sempre azione più che legittima ma farlo costantemente a mezzo stampa non fa che alimentare polemiche raramente costruttive, è come gettare benzina sul fuoco.Con questo, ripeto, non si vuole tanto criticare chi dice la sua (i concetti possono essere anche condivisibili, le tempistiche meno) ma spronare la società a dotarsi di un apparato più efficace nel filtrare i malumori e le incomprensioni che in qualunque posto di lavoro possono capitare.E’ emblematico lo stupore del capitano per non aver ancora parlato con il direttore sportivo dal suo arrivo a Torino: si tratta del giocatore più rappresentativo e del dirigente secondo solo al presidente. Se i vertici non parlano tra di loro, non si spiegano (caso DdM- GdB). allora ogni confronto visto dall’esterno appare un litigio o una tensione evitabile.
"Intendiamoci: a mio avviso non è necessario che un giocatore debba per forza parlare l’uomo nuovo appena insediatosi in società (peraltro impegnato sul mercato) ma è fondamentale che abbia una figura di riferimento, un’interfaccia a cui appoggiarsi in caso di dubbi o chiarimenti. Uno Zaccarelli, appunto.L’antico adagio che recita “i panni sporchi si lavano in famiglia” trova qui applicazione pratica. Non si tratta di reprimere a priori tutte le voci che hanno un minimo di parvenza di dissenso, anzi. Il modello da seguire non è certo quello dei metodi censori moggeschi ma ciò che si può verosimilmente risolvere tra le mura domestiche dello spogliatoio deve essere risolto tra le mura domestiche dello spogliatoio.
"In fin dei conti per una triade che è partita (Antonelli- Lupo- Angeloni) c’è un solo nuovo arrivo in società (Pederzoli), che per forza di cose non può svolgere il lavoro di tre persone. Per tutti questi motivi il Torino avrebbe quantomai bisogno di una figura carismatica in grado di alleggerire il lavoro e le pressioni caricate sulle spalle di presidente e direttore sportivo. Insomma, la squadra deve crescere ma la struttura societaria deve fare altrettanto.Lo avrete capito: secondo me Zaccarelli è l’uomo giusto per questo compito. Resta da stabilire se altri la pensano come me.
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