"Dopo 18 anni un giocatore granata ritorna, stabilmente, nella rosa della nazionale. Il nostro medioevo cominciò proprio con la vendita di Mussi al Parma e la scomparsa della presenza granata nella compagine azzurra: è arrivato il momento di concludere un ciclo negativo?
toro
Da Mussi ad Ogbonna, è tempo di risorgere?
Dopo 18 anni un giocatore granata ritorna, stabilmente, nella rosa della nazionale. Il nostro medioevo cominciò proprio con la vendita di...
"Erano circa le 5 di mattina del 22 Dicembre 2008 quando le agenzie torinesi diedero la notizia di un incidente avvenuto a Beinasco: un’auto, una smart, probabilmente per la nebbia, era finita fuoristrada per cadere nel greto del ponte, a bordo la giovane promessa del Torino, Angelo Ogbonna, allora ventenne ma che aveva già esordito in Serie A, due anni prima, in un Torino Reggina. Fortunatamente le conseguenze non furono gravi e neanche un mese dopo, tornò come un Toro a solcare il campo da gioco.
"Quanti di noi, al mattino, leggendo la notizia dopo essere scesi dal letto, hanno avuto qualche secondo di paura, con la mente che immediatamente riportava indietro, ai nefasti episodi della storia granata, prima di accorgersi, per fortuna, che questa volta il fato aveva voluto solo farci prendere un grosso spavento, ma senza serie conseguenze?
"Quel giocatore, che aveva esordito in Serie A a soli diciotto anni in un ruolo per il quale l’esperienza è fondamentale, rappresentava già uno dei legami più forti con il Toro del nuovo millennio.
"Mercoledì, quel giocatore, partirà titolare nell’incontro contro l’Inghilterra, portando la casacca da vicecampione d’Europa, conquistata, lui sì con il sudore e le prestazioni, militando in una squadra di Serie B.
"La prima chiamata in Nazionale arrivò, quasi a sorpresa, il 3 Giugno 2011. La sorpresa non era tanto per la qualità del giocatore, colonna portante della nazionale under-21, quanto perché, nel frattempo, il Toro aveva concluso una delle stagioni più fallimentari dell’ultimo decennio, ottavo, dopo essere partito da favorito.
"Da allora, Angelo, non si è più levato la maglia azzurra: l’esordio nel novembre dello stesso anno, quindi la partita da titolare contro gli Stati Uniti a Febbraio e l’inserimento nella lista dei 23 per l’Europeo.
"Un difensore di una continuità straordinaria, maturo nonostante la giovane età, grintoso, abile anche con i piedi e la testa sempre al suo posto. Un giocatore che, nel calcio di oggi, avrebbe potuto abbandonare il capoluogo piemontese già la scorsa stagione richiesto da molte società ma, nonostante tutto, ha scelto di rimanere in granata, voglioso di conquistare la serie A e crescere insieme a quel Toro che porta dentro il suo cuore sin dal 2002.
"L’ultimo giocatore del Torino a partecipare a una competizione internazionale portando i colori azzurri era stato, nel 1994, Roberto Mussi.
"Da allora, per il Toro, ha avuto inizio il declino: l’ottavo posto, l’undicesimo e poi la retrocessione. Vidulich, Cimminelli, il fallimento sino a giungere ai giorni nostri.
"L’auspicio è che il ritorno stabile di un giocatore della Torino granata in nazionale possa chiudere, dopo 18 anni, una delle pagine più tristi della nostra storia e che si possa ricominciare da dove avevamo finito: da quel Torino di inizio anni ’90, quello vincitore della Coppa Italia e finalista di Uefa, quello capace di ritornare in Serie A ed arrivare subito quinto, con un punto in più della Juventus, grazie a una vittoria nel derby di ritorno arrivata per un autogol di Fortunato.
"(Foto Dreosti)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Dopo 18 anni un giocatore granata ritorna, stabilmente, nella rosa della nazionale. Il nostro medioevo cominciò proprio con la vendita di...
"Erano circa le 5 di mattina del 22 Dicembre 2008 quando le agenzie torinesi diedero la notizia di un incidente avvenuto a Beinasco: un’auto, una smart, probabilmente per la nebbia, era finita fuoristrada per cadere nel greto del ponte, a bordo la giovane promessa del Torino, Angelo Ogbonna, allora ventenne ma che aveva già esordito in Serie A, due anni prima, in un Torino Reggina. Fortunatamente le conseguenze non furono gravi e neanche un mese dopo, tornò come un Toro a solcare il campo da gioco.
"Quanti di noi, al mattino, leggendo la notizia dopo essere scesi dal letto, hanno avuto qualche secondo di paura, con la mente che immediatamente riportava indietro, ai nefasti episodi della storia granata, prima di accorgersi, per fortuna, che questa volta il fato aveva voluto solo farci prendere un grosso spavento, ma senza serie conseguenze?
"Quel giocatore, che aveva esordito in Serie A a soli diciotto anni in un ruolo per il quale l’esperienza è fondamentale, rappresentava già uno dei legami più forti con il Toro del nuovo millennio.
"Mercoledì, quel giocatore, partirà titolare nell’incontro contro l’Inghilterra, portando la casacca da vicecampione d’Europa, conquistata, lui sì con il sudore e le prestazioni, militando in una squadra di Serie B.
"La prima chiamata in Nazionale arrivò, quasi a sorpresa, il 3 Giugno 2011. La sorpresa non era tanto per la qualità del giocatore, colonna portante della nazionale under-21, quanto perché, nel frattempo, il Toro aveva concluso una delle stagioni più fallimentari dell’ultimo decennio, ottavo, dopo essere partito da favorito.
"Da allora, Angelo, non si è più levato la maglia azzurra: l’esordio nel novembre dello stesso anno, quindi la partita da titolare contro gli Stati Uniti a Febbraio e l’inserimento nella lista dei 23 per l’Europeo.
"Un difensore di una continuità straordinaria, maturo nonostante la giovane età, grintoso, abile anche con i piedi e la testa sempre al suo posto. Un giocatore che, nel calcio di oggi, avrebbe potuto abbandonare il capoluogo piemontese già la scorsa stagione richiesto da molte società ma, nonostante tutto, ha scelto di rimanere in granata, voglioso di conquistare la serie A e crescere insieme a quel Toro che porta dentro il suo cuore sin dal 2002.
"L’ultimo giocatore del Torino a partecipare a una competizione internazionale portando i colori azzurri era stato, nel 1994, Roberto Mussi.
"Da allora, per il Toro, ha avuto inizio il declino: l’ottavo posto, l’undicesimo e poi la retrocessione. Vidulich, Cimminelli, il fallimento sino a giungere ai giorni nostri.
"L’auspicio è che il ritorno stabile di un giocatore della Torino granata in nazionale possa chiudere, dopo 18 anni, una delle pagine più tristi della nostra storia e che si possa ricominciare da dove avevamo finito: da quel Torino di inizio anni ’90, quello vincitore della Coppa Italia e finalista di Uefa, quello capace di ritornare in Serie A ed arrivare subito quinto, con un punto in più della Juventus, grazie a una vittoria nel derby di ritorno arrivata per un autogol di Fortunato.
"(Foto Dreosti)
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