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Déjà Vu

di Edoardo Blandino

Basta, si cambia. Di tutte le parole, di tutte le vicende, di tutti i risultati (buoni o brutti), non rimane che un ricordo e qualche punto in classifica. La società ha...

Redazione Toro News

di Edoardo BlandinoBasta, si cambia. Di tutte le parole, di tutte le vicende, di tutti i risultati (buoni o brutti), non rimane che un ricordo e qualche punto in classifica. La società ha deciso: via Novellino, torna De Biasi. Un déjà vu vecchio poco più di un anno. Lo scorso febbraio fu esonerato Zaccheroni per far rientrare il mister di Sarmede, inspiegabilmente allontanato ancor prima dell’inizio della stagione dopo una strepitosa promozione ai play-off. Tutto questo con la speranza di ripercorrere le tappe che salvarono i granata in quell’occasione. Oggi le giornate alla fine sono cinque, una in più dei punti che separano la squadra dall’incubo della retrocessione. C’è ancora del margine, ma è meglio non abusarne.Si tratta di un ritorno nei fatti molto differente. La prima volta si trovava ancora sotto contratto con la società piemontese, oggi, invece, De Biasi ha rescisso con il Levante pur di tornare sotto la Mole. L’esperienza nella Liga si è rivelata ricca di insoddisfazioni: pochi soldi, squadra scadente, dirigenza inadeguata ed un ambiente inadatto. Il destino della società era segnato e a lui non è riuscito il secondo miracolo e mezzo. Sì, perché al Mister ne era già riuscito uno e mezzo, proprio sulla panchina piemontese. Quello a metà risale alla seconda esperienza, quando è riuscito a trasformare una squadra ciondolante, svogliata e allo sbando in un gruppo grintoso che ha lottato e è stato capace di andarsi a conquistare la salvezza a Roma contro i giallorossi. Il primo prodigio è invece coinciso con il suo arrivo nel capoluogo ed è durato tutto un campionato. Dopo l’Annus Horribilis ed il seguente “Habemus Cairo!” proclamato a gran voce da tutto il popolo granata, a De Biasi fu chiesta un’annata di stabilizzazione, vista addirittura la deroga della finestra acquisti concessa alla società per ricostruire una squadra da Zero. Ma il Mister guidò la squadra all’Impresa. In piena lotta promozione a gennaio, la squadra subì un brusco calo dovuto alla frettolosa preparazione ed all’innesto di sei nuovi elementi nel mercato di riparazione. Fioccarono le contestazioni di critica e tifosi nonostante il già ottimo campionato disputato ed in molti volevano la sua testa. Cairo confermò il tecnico che piano piano ricomincò a scalare posizioni, fino all’emozionante spareggio contro il Mantova in uno stadio gremito di 60 mila spettatori.De Biasi la carriera se la è costruita da solo, partendo dalle giovanili del Bassano, una squadra dilettantistica, passando poi agli Allievi del Vicenza. L’esperienza professionistica inizia con la Vastese, poi al Carpi ed al Cosenza, dove incontra il primo esonero. Durante questi anni segue molti corsi di aggiornamento, infatti quando ricomincia con la Spal nel ’97 schiera un ancora poco conosciuto 4-2-3-1. Si affaccia al grande calcio con il Modena, quando in quattro anni passa dalla C1 alla A con una doppia promozione e si conferma poi nel Brescia di Corioni e Baggio. Il resto è storia recente.