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Di Loreto: ‘Pensiamo già alla prossima’

Ha affrontato Ibrahimovic e Adriano, ma, a sentir lui, non ha tremato. A parlare, di se stesso e della sfida appena conclusa, è Marco Di Loreto, autore di una bella prova contro i campioni nerazzurri. Una prova vissuta,...

Redazione Toro News

"Ha affrontato Ibrahimovic e Adriano, ma, a sentir lui, non ha tremato. A parlare, di se stesso e della sfida appena conclusa, è Marco Di Loreto, autore di una bella prova contro i campioni nerazzurri. Una prova vissuta, per 45 minuti, con la fascia di capitano al braccio.

"Di Loreto, era la prima volta che era investito di questa responsabilità, in granata?Sì, anzi no: mi era successo una volta, ma non era autorizzata, diciamo (ride). Avevo approfittato della fascia che era stata passata di mano in mano, e l’avevo indossata, ma era stata un’appropriazione indebita…

"Ha tremato davanti a Mancini, Ibrahimovic, Adriano…?Non ho tremato più di tanto. Nel primo tempo abbiamo fatto un autogol sfortunato, e nel secondo, pronti-via e abbiamo subito quel contropiede. Ecco, questo è l’unico rammarico. L’unica cosa che dà fastidio e su cui riflettere. Ripeto, anche Ibrahimovic, fondamentalmente non ha fatto grandi cose. Almeno questa è la sensazione, poi magari rivedendo la partita in tv scopro che in realtà ci hanno massacrati, ma non mi è parso.

"Si continua col tridente; gli attaccanti non sono quelli dell’anno scorso.Le differenze sono spesso anche, se non soprattutto, psicologiche; qualcuno magari è più libero a livello mentale. Continueremo con il tridente, credo, perché nemmeno oggi ci siamo snaturati.

"Parliamo di Ogbonna: come l’ha visto a centrocampo?Guardate, io sono uno che fa pochi complimenti ai compagni, specie ai ragazzi; ma sono davvero contento per Angelo, che è un ragazzo bravissimo e che è un giocatore che si adatta facilmente, lui può veramente giocare ovunque.

"Cosa vi lascia questa partita?Sensazioni positive, pensieri positivi. Poco fa, in spogliatoio, parlavamo di quanto vogliamo fare risultato a Verona, mercoledì. Beh, una squadra che perde 3 a 1 in casa, e già nello spogliatoio ha voglia di pensare alla partita dopo e di vincerla, significa qualcosa.

"In mix-zone arriva anche Amantino Mancini, tra i protagonisti del successo nerazzurro con il colpo che, grazie all’aiuto della fortuna (sotto forma di deviazione di Pisano), che non parla di fortuna ma riconosce i meriti del Torino.

"Mancini, là davanti date l’impressione di divertirvi, quando combinate.Sì, abbiamo giocato bene la palla. Abbiamo fatto una grande prestazione su un campo difficile, molto difficile. Alla fine sono arrivati i tre punti, e con questa mentalità andremo lontano. Dobbiamo migliorare ancora, la cosa importante è continuare su questa strada e mantenere la concentrazione di oggi.

"Avete anche sofferto, in diversi frangenti.Il campionato italiano è così, ogni partita è difficile. Abbiamo sofferto nei primi dieci minuti, poi piano piano abbiamo preso il ritmo giusto. Nel finale? Beh, non è male, il Torino. Sono ben organizzati, giocano bene. Hanno degli ottimi giocatori, Bianchi che è sempre pericoloso, insomma bisogna dare il merito a loro, più che parlare delle nostre sofferenze. Comunque siamo andati bene dietro, siamo rimasti sempre concentrati.

"Il ruolo che rivesti in campo ti piace? Come mai a Roma parlavano tutti di un brasiliano triste, mentre qui sembri ben contento?Giocare in questo ruolo significa attaccare gli spazi in profondità, sono anni ormai che gioco in questo ruolo e mi trovo benissimo. A Roma, invece, non è vero che non stessi bene, anzi. E’ che purtroppo c’è molta gente cattiva, che si inventa cose. Giocavo in una grande squadra, sono rimasto cinque anni segnando più di 60 gol, tutto andava benissimo, perché avrei dovuto essere triste? Sono stati anni bellissimi, a Roma. Per lo scudetto? La Juventus, il Milan, e anche la Roma: sarà un campionato difficile ed equilibrato.