di Paolo Morelli
toro
Disordine e buonismo
di Paolo Morelli
La partita di ieri è la triste conferma di quanto visto nelle precedenti uscite, ovvero l’inspiegabile calo dopo l’intervallo e la snervante tendenza a...
La partita di ieri è la triste conferma di quanto visto nelle precedenti uscite, ovvero l’inspiegabile calo dopo l’intervallo e la snervante tendenza a sprecare troppe occasioni in avanti. Stesso copione. Gol di Rubin a parte – la moviola ne ha confermata l’irregolarità – il Toro non riesce a buttarla dentro. Spiccano le incertezze di Amoruso e Bianchi, che hanno divorato almeno tre nitidissime palle-gol (più qualche altra occasione appena meno nitida).Sul calo nella ripresa, c’è da dire che il Toro ha retto un po’ di più del solito. Ma non ha comunque retto abbastanza. I dubbi sulla condizione fisica guadagnano sempre più terreno a scapito delle ipotesi sul calo psicologico. Abate ha però confermato il proprio straordinario stato di forma, così come si nota la buona prestazione di Colombo (del quale si dovranno valutare le condizioni fisiche). Ottimi anche gli inserimenti di Rubin, mentre le due punte hanno deluso moltissimo. L’assenza di Corini (uscito dopo appena 10’) si è fatta sentire soprattutto nel secondo tempo, quando a centrocampo mancava un uomo che mettesse ordine nella disordinata e lenta manovra granata. La prova di Säumel è stata infatti positiva, ma solo nel primo tempo. L’austriaco è valido in appoggio e in interdizione, ma manca di idee quando si tratta di impostare il gioco. De Biasi è stato piuttosto sfortunato per i cambi obbligati, senza dubbio, ma tutta quell’attesa nell’inserire Rosina è parsa piuttosto eccessiva.È una partita che lascia l’amaro in bocca, non per il risultato finale (non completamente), ma per il modo in cui il risultato finale è scaturito. Onore al Cagliari che è stato più cinico (e più fortunato), ma certamente i sardi nulla hanno fatto per meritare la vittoria. Tornando al Toro, a riprova dei dubbi sulla condizione atletica, va sottolineato l’infortunio di Colombo, sopraggiunto per crampi a dieci minuti dalla fine. È un infortunio che di solito arriva nei tempi supplementari o nell’ambito di partite ravvicinate nel tempo, non dopo due settimane di sosta. Sulla condizione psicologica, checché se ne dica, quello che ancora non siamo riusciti a vedere, nemmeno a sprazzi, è la cattiveria agonistica che ha sempre caratterizzato il Toro. Ieri, l’unico ad averne sul serio, oltre al solito Sereni (che forse ne ha avuta fin troppa, ma l’abbiamo ampiamente perdonato), è stato Abate.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Paolo Morelli
La partita di ieri è la triste conferma di quanto visto nelle precedenti uscite, ovvero l’inspiegabile calo dopo l’intervallo e la snervante tendenza a...
La partita di ieri è la triste conferma di quanto visto nelle precedenti uscite, ovvero l’inspiegabile calo dopo l’intervallo e la snervante tendenza a sprecare troppe occasioni in avanti. Stesso copione. Gol di Rubin a parte – la moviola ne ha confermata l’irregolarità – il Toro non riesce a buttarla dentro. Spiccano le incertezze di Amoruso e Bianchi, che hanno divorato almeno tre nitidissime palle-gol (più qualche altra occasione appena meno nitida).Sul calo nella ripresa, c’è da dire che il Toro ha retto un po’ di più del solito. Ma non ha comunque retto abbastanza. I dubbi sulla condizione fisica guadagnano sempre più terreno a scapito delle ipotesi sul calo psicologico. Abate ha però confermato il proprio straordinario stato di forma, così come si nota la buona prestazione di Colombo (del quale si dovranno valutare le condizioni fisiche). Ottimi anche gli inserimenti di Rubin, mentre le due punte hanno deluso moltissimo. L’assenza di Corini (uscito dopo appena 10’) si è fatta sentire soprattutto nel secondo tempo, quando a centrocampo mancava un uomo che mettesse ordine nella disordinata e lenta manovra granata. La prova di Säumel è stata infatti positiva, ma solo nel primo tempo. L’austriaco è valido in appoggio e in interdizione, ma manca di idee quando si tratta di impostare il gioco. De Biasi è stato piuttosto sfortunato per i cambi obbligati, senza dubbio, ma tutta quell’attesa nell’inserire Rosina è parsa piuttosto eccessiva.È una partita che lascia l’amaro in bocca, non per il risultato finale (non completamente), ma per il modo in cui il risultato finale è scaturito. Onore al Cagliari che è stato più cinico (e più fortunato), ma certamente i sardi nulla hanno fatto per meritare la vittoria. Tornando al Toro, a riprova dei dubbi sulla condizione atletica, va sottolineato l’infortunio di Colombo, sopraggiunto per crampi a dieci minuti dalla fine. È un infortunio che di solito arriva nei tempi supplementari o nell’ambito di partite ravvicinate nel tempo, non dopo due settimane di sosta. Sulla condizione psicologica, checché se ne dica, quello che ancora non siamo riusciti a vedere, nemmeno a sprazzi, è la cattiveria agonistica che ha sempre caratterizzato il Toro. Ieri, l’unico ad averne sul serio, oltre al solito Sereni (che forse ne ha avuta fin troppa, ma l’abbiamo ampiamente perdonato), è stato Abate.
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