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”Dovevo arrivare già nel 2007”

Parla poi Bernacci. «Col Toro c’è stata la storia che inizia dal 2007. Non si misero d’accordo le società e non se ne fece nulla. Poi ci sono state altre strade per me. Ringrazio il...

Redazione Toro News

Parla poi Bernacci. «Col Toro c’è stata la storia che inizia dal 2007. Non si misero d’accordo le società e non se ne fece nulla. Poi ci sono state altre strade per me. Ringrazio il Presidente e il Direttore per questa opportunità. Vengo in un club glorioso. So che il mister gioca con un solo attaccante. So anche quello che devo fare. Ho davanti il capitano del Toro. Oltre ad essere un mio amico lo conosco e nutro una grossa stima in lui. Naturale, stare in panchina non fa mai piacere. Poi deciderà lui sulle scelte da fare. Mi voleva anche il Livorno, una piazza importante in B, ma ho pensato che i l Toro fosse qualcosa di più, al di là del fatto di avere Bianchi davanti. Sarà l’allenatore a decidere. Voglio metterlo in difficoltà. Poi magari giocheremo con le due punte. Chissà. Con Bianchi ho giocato nelle Under giovanili. Lo conosco come avversario in campo l ho sempre stimato. Ho fatto preparazione con il Bologna. Più di un mese in giro anche in Arabia Saudita. Ho fatto allenamenti e giocato. Ho fatto tutto. Poi, deciderà l’allenatore. Sono pronto. Si dice all’inizio di ogni anno che possa essere la stagione della consacrazione. Se fai bene ogni anno può essere quello giusto. Ho gli occhi addosso. Ho più opportunità di farmi vedere.L’anno scorso è stata una stagione positiva. A livello di squadra è stato un campionato di metà classifica con qualche alto e basso, ma a livello personale e di gol è stato positivo. Giocavo con Antenucci, ogni palla che toccava faceva gol. Abbiamo fatto quasi 40 gol in due. Sono un ragazzo tranquillo. Non mi piacciono le luci della ribalta. Mi piacciono tutte le cose che piacciono ai ragazzi della mia età. Andare al cinema e stare con la ragazza.Sono una prima punta che piace far giocare la squadra. Bravo di testa». Interviene poi Petrachi che lo descrive così: «è un regista offensivo. Uno non ama parlare di sé. Credo che sia molto bravo. Lo dicono tutti i giocatori che gli sono stati accanto».