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Dybala trascina De Rossi, a Juric mancano gli ultimi 16 metri. E i ricambi…

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Il primo confronto della storia tra De Rossi e Juric premia il giovane tecnico giallorosso, trascinato da un grande campione come Dybala
Andrea Calderoni
Andrea Calderoni Caporedattore centrale 

Torino abbiamo un problema: negli ultimi sedici metri non ci sono idee, se non quelle di Bellanova, il giocatore più in forma del 2024 granata, l'unico in grado di spostare davvero gli equilibri e di dare un supporto a Zapata. Rischia però di diventare una costante di questo Torino di Ivan Juric l'incapacità di essere incisivo. A Roma contro i giallorossi due gol sono arrivati, ma uno è un autogol. Per ambire a qualcosa di più servono scelte differenti dalla cintola in su, invece le scelte vengono spesso sbagliate e negli ultimi 16 metri la manovra appare sterile, prevedibile e facilmente arginabile. E poi le assenze di Schuurs e Buongiorno in difesa alla lunga si stanno facendo sentire, soprattutto quando di fronte ci sono squadre tecnicamente preparate come la Roma; lo stesso l'uscita anticipata di Lovato non ha fatto bene all'equilibrio difensivo. Il trend non è stato così dissimile rispetto a quello con la Lazio. I granata sono stati meno dominanti rispetto a giovedì, ma nel primo tempo hanno fatto meglio della Roma. Lo ha detto anche Juric: "Nel primo tempo abbiamo sprecato tantissime situazioni pericolose, devi essere più cattivo. Poi è stata commessa una ingenuità e queste cose si pagano". Tutto corretto, ma ciò che pesa di più al momento sono le scelte finali.

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Torino, altro buon primo tempo: ma le scelte negli ultimi 16 metri sono sbagliate

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Le due partite che potevano rappresentare lo spartiacque della stagione e forse dell'avventura di Juric sulla panchina del Torino hanno portato in dote due sconfitte, la prima assolutamente immeritata, la seconda indirizzate dalle giocate di un grande campione come Dybala. Morale? Zero punti ed Europa più lontana. "Rimane la sensazione che la squadra gioca bene. Ci manca gente dietro, siamo corti, in generale ci manca il giusto incastro per vincere. Abbiamo fatto due partite di alto livello e le abbiamo perse entrambe" ha aggiunto mister Juric. Dopo il 3 a 1 il Torino ha anche reagito e ha provato a rimettersi in gara, tanto da creare delle difficoltà alla Roma. L'anello mancante della catena è stato tra il 57' e il 69', ovvero tra il secondo e il terzo gol della Roma: in quei 12 minuti i granata hanno un po' mollato la presa e si sono trovati sotto di due reti in un arco di tempo limitato.

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Linetty, Ilic e Okereke in campo 11 minuti dopo il 3 a 1: potevano essere messi un po' prima

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Sulle scelte di Juric a partita in corso si può aprire qualche ragionamento. Una, come detto, è stata obbligata: al 14' fuori Lovato e dentro Sazonov, sfortunato protagonista della notte dell'Olimpico. Ben tre sono arrivate soltanto all'80', vale a dire 11 minuti dopo il 3 a 1 siglato da Dybala. Considerando il doppio svantaggio, qualche mossa poteva essere anticipata. Il Torino al 69' aveva effettuato due cambi (il secondo ha riguardato Lazaro, uscito per Rodriguez) e aveva ancora uno slot a disposizione. Juric ha voluto giocarselo all'80' quando ha inserito in un colpo solo Linetty, Ilic e Okereke, togliendo Gineitis, Masina e Sanabria. Visto che il finale del Torino è stato positivo e ha anche prodotto l'autorete di Hujisen all'89', si poteva mischiare le carte in tavola un po' prima. Sotto di due gol e con più nulla da perdere giocatori freschi come Linetty, Ilic e Okereke potevano fare al caso dei granata e invece sono stati inseriti soltanto a 10 minuti dal 90'. Lo spreco di uno slot a inizio gara ha certamente influenzato le mosse di Juric, ma un appunto sulla gestione si può comunque muovere. La Roma, dal canto proprio, ha affrontato tutto l'ultimo quarto di gara con tre pedine fresche: Lukaku (non l'ultimo arrivato), Bove e Spinazzola. La squadra di Daniele De Rossi non è stata spumeggiante ieri sera, lunedì 26 febbraio, ma ha dimostrato di avere spirito e un campione più forte di tutti gli altri.

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