Se la trasferta di Bergamo doveva rappresentare la prova del nove per capire il valore del Toro, si può dire che l’esame è stato superato in modo positivo. E’ mancato solo il risultato, come si dice in questi casi, ma alla squadra di De Biasi non si può imputare davvero nulla: l’approccio nel primo quarto d’ora è stato autoritario e convincente, la squadra ha sofferto nella parte centrale ma non ha mai mollato e il finale lo ha vissuto con lo spirito dell’arrembaggio, costringendo l’Atalanta a difendersi con le unghie e con i denti.Contro l’Atalanta prima della classe i granata (per l’occasione in maglia bianca) sono partiti senza alcun timore reverenziale e hanno tenuto costantemente il pallino in mano. Purtroppo un errore inconcepibile da parte di Ungari, che forse ha pensato di essere un giocatore di pallavolo impegnato sotto rete, ha deliziosamente regalato all’Atalanta la possibilità di andare in vantaggio su rigore e sviluppare la partita sui canoni più congeniali alla formazione di Colantuono.Il Toro ha sofferto nella seconda parte del primo tempo, ma non è rimasto a guardare, sfiorando il pareggio con Brevi, che non ha neppure protestato per un fallo da rigore commesso ai suoi danni mentre colpiva di testa. Nella ripresa De Biasi ha cercato di dare un volto più offensivo alla squadra, sostituendo il fantasma di Music con Muzzi, ma l’Atalanta dava la sensazione di aver preso in mano le redini della partita, trovando con Loria il raddoppio che sembrava chiudere i giochi.Nel momento più difficile, quando la formazione granata avrebbe potuto crollare, pagando i noti problemi legati alla condizione atletica e allo scarso affiatamento tra i reparti, è arrivata una splendida prova di carattere dagli uomini di De Biasi. Se la rete di Fantini è giunta in modo fortunoso (era tutto tranne che volontaria la sua deviazione sulla sventola di Stellone), da lì in avanti solo una squadra ha continuato a giocare e a cercare la via del gol. L’Atalanta si è rinserrata tutta in difesa negli ultimi quindici minuti e la gara si è trasformata in un assedio alla porta di Calderoni.Con un pizzico di buona sorte sarebbe potuto arrivare il 2-2: prima una punizione di Rosina ha accarezzato il palo, al 90’ calderoni ha sfoderato un miracolo per dire di no al diagonale di uno Stellone che in precedenza aveva chiesto invano un rigore. Il Toro ci ha provato fino all’ultimo secondo dell’ultimo minuto di recupero. In attesa che il gioco migliori, che la difesa riesca ad oliare i meccanismi (appare il reparto più debole e soprattutto quello più carente d’intesa trai suoi componenti), i tifosi granata possono consolarsi sapendo che questo gruppo è destinata a crescere in modo esponenziale nelle prossime settimane. Giocando in questo modo, di partite ne perderà ben poche il nuovo Toro. E ora ci vuole subito la rivincita contro il Crotone.
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E’ un Toro che può solo crescere
Se la trasferta di Bergamo doveva rappresentare la prova del nove per capire il valore del Toro, si può dire che l’esame è stato superato in modo positivo. E’ mancato solo il risultato, come si dice...© RIPRODUZIONE RISERVATA
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