toro

Empoli-Torino, quando “accontentarsi “ fa rima con “arrendersi”

Empoli-Torino 0-0 / I granata, oltre ad una prestazione corale insufficiente sul piano della lucidità, hanno peccato nell'approccio mentale, sembrando arrendevoli e privi di...

Cristina Raviola

"E' difficile accontentarsi quando si vedono certi atteggiamenti in campo, certe prestazioni. Risulta arduo, infatti, addirittura pronunciare la suddetta parola, che, già, etimologicamente, ci suggerisce che il piacere, la “contentezza” che stiamo provando, è miseramente autoindotta, e dunque oggettivamente e materialmente inesistente.

"Finchè si tratta di tifosi e addetti ai lavori, però, la questione di auto-indursi un simile palliativo non sortisce alcun effetto reale sul campo, sul risultato; quando, invece, ad accontentarsi è la squadra sul terreno di gioco, allora lì è un'altra storia. Il primo tempo della partita di ieri poteva già fornire qualche indizio sul prosieguo della gara: la squadra di Ventura, infatti, pareva molle e priva d'interessenell'attaccare veramente l'avversario. La solita tattica del “facciamoli stancare”, in molti, speranzosi, hanno pensato. No. El Kaddouri era troppo impegnato a marcare a vista Valdifiori per inserirsi, il centrocampo granata soffriva l'esuberanza di Croce, e Verdi si scatenava sulla trequarti. E il Toro? Aspettava. Ogni tanto un lancio lungo, qualche bella giocata di Martinez, i soliti cross fuori misura di Molinaro, e l'impazienza di un mal servito (o mal posizionato?) Quagliarella. Questo il primo tempo granata. Il secondo tempo è una parabola discendente in caduta libera: la squadra di Ventura si rintana, non esiste alcun collegamento funzionale tra reparti, gli scambi sono lenti e approssimativi. I granata, allora, confermano gli indizi d'inizio partita, soppesando l'importanza di un pareggio contro una squadra che non sembra né stanca né disposta a non provarci fino alla fine, ed esauriscono così completamente determinazione e mentalità, proiettata all'esclusivo mantenimento del risultato, senza alcuno spunto offensivo o, quanto meno, in qualche modo “propositivo”. Alla fine, quindi, gli uomini di Ventura, accontentandosi di soffrire e pareggiare una partita, maturando quest'obbiettivo nel corso della gara, si sono arresi, minuto per minuto, all'Empoli e al suo coraggio, mettendo in campo una determinazione e una grinta ai minimi storici. Arresi, quindi, anche a se stessi ai propri limiti, oltre che alla maggiore verve avversaria.

"Arrendevolezza nell'attaccare e nel costruire occasioni, nei confronti di un avversario, sì affrontato dopo un turno di Coppa, ma assolutamente alla portata di quest'organico e di questo gruppo. Chi si accontenta gode, dice il famoso proverbio. Chi si accontenta, però, spesso si arrende.

tutte le notizie di