È sempre il solito, vecchio Torino. Gli allenatori cambiano, ma i difetti restano: da Mihajlovic a Mazzarri alcune cose si sono rinnovate, altre invece sono rimaste tali e quali. Un esempio? Innanzitutto gli svarioni e le amnesie difensive a cui i granata hanno abituato nel corso della stagione. Se durante le prime apparizioni sotto la guida del tecnico di San Vincenzo qualcosa sembrava essere migliorato, dopo le ultime due partite bisogna ricredersi.
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Errori individuali e di reparto: Mazzarri scopre la difesa del Torino
Approfondimento / 5 gol subiti nelle ultime due partite. E quante disattenzioni!
ERRORI - Tra Verona e Roma il Torino ha subito 5 gol (6 se si conta anche la Juventus), tutti evitabili. Molti dei quali frutto di errori (o meglio orrori) difensivi; in alcuni casi attribuibili a disattenzioni di singoli, in altri a errate scelte e movimenti di reparto. La costante è quella dei palloni aerei: sia al Bentegodi che all'Olimpico, i granata si sono fatti sorprendere su corner. In entrambi i casi la marcatura a zona applicata per difendere il calcio d'angolo si è sfaldata subito: sono bastati due contro-cross (uno di testa e l'altro di piede) per mandare in tilt la squadra, castigata prima da Valoti e poi da Manolas. Il fuorigioco è un altro tasto dolente. I singoli si sono confermati propensi ad amnesie: la linea non comunica a dovere e spesso i terzini si trovano in ritardo di qualche metro di troppo. La conseguenza? Il gol di De Rossi, ad esempio, è regolare.
IL FUTURO - Che fare dunque? Ora non resta che provare a imbastire qualcosa di nuovo, basi più solide in vista della prossima stagione. "Largo ai giovani" ha dichiarato un paio di giorni fa Urbano Cairo ai microfoni di Radio Deejay (LEGGI QUI). E proprio in difesa Mazzarri sembra avere i giovani più promettenti: da Lyanco a Bonifazi fino a Barreca il materiale tecnico su cui lavorare non manca di certo. In attesa di comprendere se il futuro del Torino sarà rifondato su una difesa a tre o a quattro, intanto occorre capire di chi ci si può e di chi non ci si può fidare. Le ultime 11 partite di campionato saranno fondamentali a tal proposito: i granata dovranno farsi un esame di coscienza, con la consapevolezza che per ripartire con obiettivi degni di questo nome bisognerà ricostruire un reparto tanto fragile quanto fondamentale.
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