toro

Euro2008: alla scoperta dei giovani talenti

di Edoardo Blandino

Continuando il resoconto di ieri sui giovani talenti messisi in mostra a questo Europeo, passiamo ora a vedere i ragazzi dei due gironi restanti.
Nel Gruppo C, quello con...

Edoardo Blandino

di Edoardo BlandinoContinuando il resoconto di ieri sui giovani talenti messisi in mostra a questo Europeo, passiamo ora a vedere i ragazzi dei due gironi restanti.Nel Gruppo C, quello con l’Italia, proprio in Azzurro hanno disputato il torneo due futuri campioni. Chiellini (’84, Juventus) è stato il migliore in campo contro la Spagna e ha ricevuto l’investimento del compagno di reparto Panucci (“Diventerà uno dei più forti centrali al mondo”) per il proseguo della carriera. Aquilani (’84, Roma) ha sentito molto la pressione e non ha dimostrato tutte le sue capacità, ma evidentemente le qualità ci sono se tutte le grandi squadre sono in attesa di capire se rinnoverà o meno con la Roma. Meno famoso dei due italiani è Nicolita (’85, Steaua Bucarest), centrocampista di fascia romeno molto rapido e tecnicamente ben dotato. Tra nazionale e club ha acquisito una discreta esperienza internazionale ed il prezzo non eccessivo del cartellino potrebbe spalancargli le porte per un campionato più importante. Domenech ha puntato molto su Benzema (’87, Lione), ricevendo però in gran parte una delusione: la punta francese ha mostrato qualche buona cosa solo contro l’Italia, mentre nelle prime due partite ha ampiamente deluso. Si dice un gran bene anche del compagno Nasri (’87, Marsiglia), già soprannominato il nuovo Zidane per la posizione in campo simile e le stesse origini algerine. In questo torneo però ha giocato solo 32 minuti. Van Basten ha portato una squadra con un età media molto bassa. Sneijder (’84, R.Madrid), autore di due reti, e De Jong (’84, Amburgo) hanno risposto alle attese disputando delle ottime partite. Robben (’84, R.Madrid) è stato condizionato da un infortunio e ha giocato meno di altri, riuscendo comunque a segnare un gol. Il ct olandese è stato molto criticato in patria per aver dato poco spazio ad Afellay (’86, Psv), talentuoso trequartista con un futuro da fuoriclasse. In questo torneo ha giocato poco più di 100 minuti senza incidere, ma tutti gli addetti ai lavori puntano su questo ragazzo ad occhi chiusi.Nel Gruppo D la Spagna ha ben cinque giocatori sotto i 24 anni che sono già affermati nel gotha del calcio mondiale. Sergio Ramos (’86, R.Madrid) nonostante la giovane età, può vantare già quasi 40 presenze con la nazionale maggiore e secondo Capello è uno dei più forti terzini di tutti i tempi. Iniesta (’84, Barcellona) è un centrocampista straordinario, piedi raffinati, tanta tecnica e stupenda visione di gioco. Fabregas (’87, Arsenal) è esploso dopo la partenza di Vieira guadagnandosi rapidamente le prime pagine di tutti i tabloid inglesi a forza di prestazioni superbe e gol a raffica, uno anche in questo torneo, nonostante la posizione di centrocampista. David Silva (’86, Valencia) è il vero punto di forza della Spagna. È stato il più pericoloso dei suoi contro l’Italia grazie alla sua rapidità ed al suo dribbling fuori dal comune. Torres (’84, Liverpool), a parte il gol segnato, ha generalmente deluso, dopo una stagione strepitosa con la maglia dei Reds. Ed eccoci alla Russia. L’affascinante gioco proposto dai sovietici deriva anche dalle ottime scelte di Hiddink sui giocatori convocati per questo torneo. Akinfeev (’86, Lokomotiv Mosca) era già presente in Portogallo come terzo portiere, qui è il titolare e viste alcune parate dell’estremo difensore si può anche capirne il motivo. Non passerà molto tempo prima che si trasferisca in qualche campionato importante. Bilyaletdinov (’85, Lokomotiv Mosca) ha giocato quasi per intero tute e quattro le partite diventando uno dei pilastri del centrocampo di questa squadra. Mancino di piede, tecnicamente ben dotato possiede anche un gran tiro dalla distanza. Torbinski (’85, Lokomotiv Mosca) è l’autore del primo gol nel supplementare, spingendo in rete il cross del compagno. Ha grande fiato e può giocare sia come ala sinistra che in mezzo al campo, senza alcuna difficoltà. Infine, come fuori quota, meritano una menzione speciale i due “vecchietti” di quasi 27 anni: Arshavin (’81, Zenit San Pietroburgo) e Pavlyuchenko (’81, Spartak Mosca). Sono loro la vera anima di questa nazionale rivelazione. Certamente non rimarranno in Russia dopo le prestazioni mostrate a tutta Europa. Il prezzo del loro cartellino si mormora sia già salito oltre i 20 milioni di euro, verosimilmente ne basteranno più della metà. Che si godano il momento, ora il palcoscenico è tutto per loro.