Sarà l’arbitro portoghese Artur Soares Dias a dirigere Torino-Wolverhampton, match d’andata dello spareggio play off dei preliminari di Europa League. Una scelta che ha lasciato perplesso gran parte del popolo sportivo in Italia e non solo e che il quotidiano spagnolo Marca ha addirittura definito “inspiegabile”. L’influenza del super-procuratore portoghese Jorge Mendes al Wolverhampton, d’altronde, è cosa ormai nota e, proprio per questa ragione, sorprende la scelta dei designatori Uefa di affidare un match tanto importante a un direttore di gara che, di fatto, in campo parlerà la stessa lingua della squadra ospite. Piccola colonia di matrice lusitana in Premier League.
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Europa League, un arbitro portoghese per i Wolves? La Uefa non dia adito a sospetti
La scelta / Nessun dubbio riguardo la terzietà del direttore di gara portoghese, ma la scelta del Uefa fa discutere
DUBBI - Sia chiaro: non si parla di nessun complotto annunciato e di nessun grosso dubbio riguardo la terzietà di Soares Dias; arbitro esperto, con alle spalle - per altro - già diverse direzioni in campo internazionale (tre le sue apparizioni nella passata Champions League). Certo è però che lascia qualche perplessità la scelta del designatore Uefa, l’ex arbitro - italiano e torinese - Roberto Rosetti di consegnare questa sfida europea ad una quaterna tutta lusitana. Il signor Dias sarà infatti supportato dagli assistenti Rui Tavares e Paulo Soares, con il quarto ufficiale che sarà Joao Pinheiro.
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PAROLA AL CAMPO - In attesa di giudicare l’operato arbitrale (ma per quello bisognerà attendere il triplice fischio finale), la Torino granata ha già iniziato ad esprimere qualche perplessità sui social. Dubbi comprensibili, considerata soprattutto l’importanza per il popolo granata del match che si disputerà giovedì sera all’Olimpico Grande Torino. Dubitare preventivamente della lealtà del direttore di gara portoghese non porterà a nulla, ma - e questo è certo - se la Uefa avesse fatto una scelta differente, si sarebbero evitati tutti questi inutili sospetti. Ora non resta che lasciare la parola al campo, con la speranza che i dubbi non diventino realtà.
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