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Ezio Rossi: “La panchina del Toro non è così corta, Miha lavori sulla difesa”

Esclusiva / L'ex granata, prossimo avversario al Fila, promuove mercato e allenatore: "I moduli non contano, ci vuole mentalità"

Marco Parella

Giovedì prossimo tornerà al Fila con il suo Casale, ma prima dice la sua sul Toro, unico grande amore da giocatore, da allenatore e da semplice tifoso.

Buongiorno Ezio Rossi, cosa pensa di questo Torino che affronterà tra qualche giorno?

Certe volte faccio fatica a capire le mie squadre quando ci sono dentro, figuriamoci giudicare il Torino avendo visto solo qualche highlights...

Belotti infortunato, alcuni lungodegenti a centrocampo, qualche giocatore non al meglio della condizione, la panchina è molto corta. Gli errori sono stati fatti in sede di mercato?

Le riserve ci sono, il mercato è stato fatto a dovere. Le altre squadre che lottano per l'Europa non hanno tutti top player, hanno due o tre che si giocano il posto e poi dei rincalzi. A centrocampo le alternative ci sono, idem sugli esterni. Forse solo nel ruolo di vice-Belotti c'è un vuoto, ma non è facile portare un attaccante di livello a Torino sapendo che non giocherà mai e non avendo nemmeno la possibilità delle coppe. Le doppie scelte di un certo livello se le possono permettere soltanto le squadre impegnate su più fronti.

Quindi spazio a Sadiq?

Lo conosco poco perché l'ho visto poco, forse perché lui ha giocato poco nelle ultime stagioni. Anche Niang comunque potrebbe fare la punta centrale. Tornando al discorso del mercato, mi sembra del tutto normale che, per le motivazioni che ho detto prima, il Torino riesca a prendere solo Sadiq o profili di quel genere, cioè di prospettiva. Se andiamo a guardare bene, anche la Juve non ha un vero vice-Higuain, ha solo Mandzukic che può adattarsi in quella posizione.

Cosa non va nella squadra granata? Colpa del modulo troppo offensivo?

I numeri piacciono solo ai giornalisti, quello che conta è l'atteggiamento e le caratteristiche dei giocatori che hai. La Juve può reggere il 4-2-3-1 perché con la rosa profonda che ha, riesce a schierare a centrocampo sempre un giocatore più tecnico e uno più fisico. Il Toro ha solo Baselli con qualità e piedi buoni, da abbinare con uno dei tre più atletici e dinamici (Rincon, Acquah, Obi, ndr). Detto questo, però, poi in campo i fattori determinanti sono i movimenti e la mentalità. Come si suol dire, se riesci a difendere almeno in dieci e ad attaccare in sei o sette, sei sulla strada giusta (ride, ndr).

Qualcosa che non funziona però c'è, considerando la media dei gol subiti dal Torino nell'ultimo anno solare e il perpetrarsi degli stessi errori...

La cosa più dura da correggere per un allenatore sono gli errori individuali dei giocatori, la loro capacità di scegliere cosa fare in un preciso momento della gara. Il fallo di mano di Molinaro contro il Verona, per esempio, lo avrebbe fatto anche se in panchina ci fosse stato Mourinho. L'unico aspetto su cui lavorare (e il lavoro è l'unica soluzione, non esistono scorciatoie o truchi magici) è la fase difensiva. Io non so come lavora Mihajlovic e il suo staff, ma tutti gli allenatori insistono su questo, chi più, chi meno, per cui non posso che pensare che anche il tecnico serbo lo faccia.

Che opinione si è fatto di Sinisa Mihajlovic da quando è arrivato al Torino?

Io quest'anno ho visto poche partite del Toro, giusto il derby, ma anche se avessi seguito tutte le gare non potrei giudicare l'operato di un allenatore basandomi solo sui 90 minuti della domenica. Può giudicare solo chi segue giornalmente gli allenamenti e vede come imposta il lavoro. Lui riesce a dare grande carica allo spogliatoio e questo è senz'altro l'anno della verità. La squadra è stata costruita per assecondare il suo modo di vedere il calcio quindi, come ha detto lui stesso, ora si deve assolutamente lottare per l'Europa. Arrivarci è ancora un altro discorso, questione di pali, episodi, arbitri, Var..., ma lottare fino all'ultimo è imperativo.

Che emozione sarà tornare al Filadelfia, anche se solo per un'amichevole?

Al Fila ci sono stato già tre volte: all'inaugurazione, alla partita con gli ultras e a vedere la Primavera. Giovedì sarà un premio per i miei ragazzi, spero non esagerino troppo perché sono tutti giovanissimi e per noi la partita importante è quella di domenica in campionato. Prima di uscire sul campo dirò loro di cercare di divertirsi e basta, pur sapendo che contro un avversario di Serie A è ben difficile divertirsi, è più probabile correre e non vederla mai... (ride, ndr). Giocare su quel prato è un motivo di orgoglio per noi e per la società, anche se lo stadio è tutto nuovo, molto bello.  Almeno per me, però, del Fila lì è rimasto soltanto il cielo...