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Filadelfia: primo atto della vittoria

La notizia ormai non ha più nulla di eclatante, serviva una firma e quella c’è stata, ora è certo: al campetto del Filadelfia, dove un tempo si allenava la Primavera granata, dove Pulici ha iniziato...

Redazione Toro News

"La notizia ormai non ha più nulla di eclatante, serviva una firma e quella c’è stata, ora è certo: al campetto del Filadelfia, dove un tempo si allenava la Primavera granata, dove Pulici ha iniziato a diventare bomber tirando contro il muretto di mattoni, tornerà ad essere proprietà granata. Nessun palazzo verrà costruito, sarebbe stato lo scempio nello scempio, un altro graffio, molto acuto, nella storia granata già così malmenata in passato.

"A volte sembra incredibile come in pochi mesi possano cambiare le prospettive di una città e di una squadra di calcio. L’avvicinarsi del centenario, l’arrivo di Cairo che ha certamente più a cuore le sorti granata, ma soprattutto l’estrema forza di volontà della tifoseria ha permesso di vivere questo ennesimo momento di euforia. Però attenzione, questo è il primo passo, solo il primo, ora ci vuole un progetto serio e soprattutto altrettanti finanziamenti perché il successo sia completo. Non basta che l’area non venga deturpata da quelle lunghe costruzioni, chiamate torri, che a New York portano a cattivi presagi, ora la zona in disuso del Filadelfia dev’essere riqualificata nel modo giusto. Il popolo granata rivuole la sua terra, il suo culto dove andare in pellegrinaggio, ma non per scorgere macerie, bensì per tornare a vivere la quotidianità del Fila. Allenamento della prima squadra, partitella del giovedì con la Primavera, Museo e quant’altro, perché la storia non sia solo il 4 maggio e i suoi ricordi di gloria perduta in tragedia, bensì qualcosa di tangibile, che rappresenti il presente, ma soprattutto il futuro.

"Cairo ha espresso non solo a parole, ma soprattutto a fatti, la sua voglia di far tornare prestigiosa la storia del Toro, ma non è Abramovich, per fortuna, per cui ha bisogno di aiuti esterni, anche dai suoi principali sponsor. Qualche tifoso storcerà il naso, ma quasi tutte le squadre di livello hanno un proprio stadio con il nome di chi l’ha finanziato (vedi Arsenal e Flying Emirates, la compagnia aerea araba che sponsorizza anche la McLaren in F1, al Toro ci starebbe bene Red Bull…), un nome forte in questo senso si legherebbe all’immortalità di un simbolo, che mette ancora oggi i brividi. La prima vittoria, che ci fa piacere dedicare a Pierino Vallone, che lo vedo sorridere di lassù soddisfatto, è arrivata, ma non finisce qui. Soprattutto non si perda tempo, se n’è già perso troppo a rincorrere fantasmi e rovine.