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Fontana: ‘Scommettete sul Toro’

Nulla di preoccupante, Abbiati sta bene, pure Taibi e probabilmente sabato sera a Cagliari Alberto Jimmy Fontana non difenderà la porta granata. Oggi però ha parlato lui in conferenza, come segno di gratitudine da parte del...

Redazione Toro News

Nulla di preoccupante, Abbiati sta bene, pure Taibi e probabilmente sabato sera a Cagliari Alberto Jimmy Fontana non difenderà la porta granata. Oggi però ha parlato lui in conferenza, come segno di gratitudine da parte del presidente Cairo e dell'addetto stampa, per la devozione alla causa granata. Jimmy è tutto sommato il leader dello spogliatoio e si capisce dalle sue parole leali, genuinamente granata. Un cronista gli chiede se hanno discusso con la società dei premi campionato: "Mettiamola così: se ci fosse stata la dirigenza passata sarei andato a battere cassa per primo. Ma con Cairo cambia tutto. Il presidente è un uomo di parola, quando sarà il momento verrà lui a parlarci di questi argomenti. E, d'altronde, noi non ci sentiamo proprio nella posizione di discutere a proposito di premi. Non mi pare il caso". Dove ha visto la partita domenica pomeriggio? "In tribuna, ma prometto che tornerò in curva, magari portando qualche mio compagno infortunato o squalificato, speriamo il meno possibile, ovviamente. Mi fa piacere poter vedere una partita nuovamente dalla Maratona. La mia non è piaggeria nei confronti dei tifosi, l'ho sempre fatto anche prima, da giovanissimo".Sta dando lezioni di granatismo ai nuovi arrivati? "Direi che hanno capito tutti qual è lo spirito Toro. Mi piace prendere come esempio le parole che ci ha detto ieri Zaccheroni, quando ci siamo ritrovati al campo tutti assieme: vedete com'è semplice giocare nel Toro? Basta avere quello spirito di sacrificio giusto che quando si esce dal campo la maglia granata sia più bordeaux, vuol dire che è intrisa di sudore. Direi che il mister ha capito subito l'ambiente". Cos'è successo prima, quando le vittorie non arrivavano? "Sono state coincidenze negative. Il cambio di allenatore, l'arrivo di nuovi giocatori e una piazza che ha tanta voglia di serie A, questo ha reso le cose più complicate. Come eufemismo si può dire che la palla sembrava essere più pesante. Questa vittoria ci voleva perchè adesso il mister può pensare maggiormente alla parte tecnico/tattica e meno alla psicologia. Dobbiamo fare bene perchè questa voglia di serie A si possa estendere ad un progetto a lungo termine".Ci sono mai stati problemi nello spogliatoio? "Problemi veri e propri non ce ne sono mai stati, ma è normale che chi non gioca non sia contento. Lo spogliatoio lo fanno proprio coloro che non vanno in campo. Non devono essere d'intralcio al lavoro del gruppo, ma dare la carica giusta al compagno titolare, facendo bene in allenamento. Sinceramente se fossi un allenatore o un dirigente e vedessi tutti e 29 i giocatori sempre sorridenti, mi preoccuperei perchè ci sarebbe qualcosa di stonato. Il cosiddetto muso lungo ci sta quando è positivo. Mi arrabbio solo quando vedo qualche compagno che pensa che il mister faccia giocare qualcuno per simpatia. Gli allenatori sono i primi a pagare se le cose non vanno bene, per cui loro devono sempre scegliere la formazione migliore". Da portiere come hai vissuto la crisi di Abbiati? "In questo caso parlo quasi più da tifoso e mi sento di dire, senza mancare di rispetto a chi lo ha preceduto, che Abbiati è il miglior portiere che il Toro ha avuto dopo Marchegiani. Mi sarei giocato la casa che non avrebbe fatto due errori di fila, mi sono stupito quando li ha commessi. Non gli ho detto nulla per incoraggiarlo perchè non gradisce di essere compatito. E' fatto così, un po' come me sotto questo punto di vista. Perchè non va a festeggiare sotto la curva? Ha paura di essere frainteso e che si vuole rufianare la piazza". Come ha preso le parole di Di Loreto la scorsa settimana? "Secondo me sarebbe meglio darci un taglio su questa storia, che è stata anche ingigantita oltre al reale significato delle sue parole. Gli ho parlato per capire quali erano le ragioni del suo discorso. Vi garantisco che Marco è uno da Toro e stava soffrendo molto per la mancanza di risultati, questo è il motivo per cui è andato un po' sopra le righe. E' uno che tira la barca non con due remi, ma con quattro. Lui può davvero ritagliarsi un ruolo da leader della difesa".

"Di Zaccheroni come persone cosa ne pensa? "E' molto sicuro di sè, a volte può persino sembrare arrogante, ma non lo è. Ha solo raggiunto il suo giusto equilibrio. Riesce ad avere un atteggiamento rigido, ma sa essere anche molto comprensivo. Ha carisma. Forse noi giocatori non siamo stati così veloci a capirlo. La vittoria con il Chievo ha reso tutto più facile e l'aria più respirabile". Com'è adesso il termometro della situazione visto dal di dentro? "Si sa che nel calcio vale il detto -mai dire mai -, però da 14 mesi ormai ho la sensazione di essere meglio protetto dalla società rispetto a prima, quando c'era la vecchia dirigenza. Il presidente è sempre vicino alla squadra e questo è molto importante. Noi giocatori possiamo utilizzare le nostre energie solo sul campo, senza pensare al resto. Posso dire alla luce dei fatti che forse sarebbe stato meglio se Zac avesse preso la squadra da subito. Il nostro trend è in ascesa, dovessi comprare azioni del Toro andrei sul sicuro". Cosa sarebbe successo se la partita con il Chievo fosse finita male? "Nulla, Zac non ha problemi, Cairo non è presidente alla Gaucci e con Zac ha preso un impegno a lunga scadenza, me l'ha detto proprio Cairo in persona. L'esonero di De Biasi e l'arrivo di Zaccheroni sono fatti che ha ponderato bene". Stupiti dell'esonero? "A dire il vero era così vicino l'esordio in campionato che non ci abbiamo voluto pensare troppo. Era necessario, da professionisti, voltare pagina prima possibile. Le nostre energie devevano essere spese solo per il campionato, in fondo la cosa che conta di più è il bene del Toro". E' giusto, dal suo punto di vista, pensare al momento solo alla prima squadra e far passare in secondo piano il settore giovanile e anche il Filadelfia? "Cairo è una persona che non dice di voler ricostruire il Fila in una settimana, ma quello che promette mantiene. Non vuole fare il passo più lungo della gamba. Meglio così per evitare di riportare un'altra volta i libri contabili in tribunale. Arriverà a rifare un grande settore giovanile e farà senza dubbio qualcosa per il Filadelfia, in questo caso le problematiche però non riguardano solo lui".Il suo giudizio su quello che è successo a Cech nel Chelsea? "Non cambio la mia idea sul calcio inglese, che è sempre stato un modello che ho ammirato perchè sano e fatto da galantuomini, con poche simulazioni e molta correttezza. Penso che quanto è successo sia frutto solo di una terribile coincidenza".