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Fulvio Pea, il predestinato

Fulvio Pea, l'allenatore del Sassuolo dei miracoli, è partito da molto lontano. Il tecnico di Casalpusterlengo appartiente a quella categoria di addetti ai lavori senza un passato da calciatore alle spalle, ma a differenza di molti di...

Stefano Rosso

Fulvio Pea, l'allenatore del Sassuolo dei miracoli, è partito da molto lontano. Il tecnico di Casalpusterlengo appartiente a quella categoria di addetti ai lavori senza un passato da calciatore alle spalle, ma a differenza di molti di loro può vantare tutoraggi di grande spessore.

Dopo sei anni di panchine giovanili in società dilettantistiche, nel 1998, per Pea arriva la chiamata dagli Esordienti dell'Inter: è il punto di svolta della sua carriera perchè, oltre all'approdo nel calcio professionistico, l'allenatore lombardo incontra Gigi Simoni, tecnico col quale stringerà un rapporto di collaborazione prezioso e duraturo.

Passate due stagioni in nerazzurro Pea - tramite Salvatore Bagni, un'altra icona del mondo del calcio - approda al Ravenna, dove ricopre l'incarico di responsabile del settore giovanile: è una sola stagione, ma sufficientemente importante da permettergli di raccogliere l'esperienza necessaria per seguire proprio Gigi Simoni, l'anno successivo, al CSKA Sofia.

Da quel momento, per i successivi cinque anni, l'attuale tecnico neroverde avvia con Simoni un sodalizio che lo porterà ad affiancare l'attuale direttore tecnico del Gubbio sulle panchine di Ancona, Napoli, Siena e Lucchese in qualità di viceallenatore. La sua prima occasione di esordire su una panchina di una prima squadra arriva proprio nella Toscana rossonera: tra il settembre 2005 ed il gennaio 2007 Pea ottiene l'incarico di allenatore della Lucchese - incrociando, in quella esperienza, l'attuale centrocampista granata Migjen Basha, all'epoca appena arrivato in Italia - in sostituzione proprio di Gigi Simoni, entrato a far parte dell'organigramma dirigenziale.

Il momento della sua consacrazione non è però ancora giunto e così nel 2008 Pea ritorna nell'universo giovanile: stavolta la panchina è comunque prestigiosa perchè è quella della primavera della Sampdoria, formazione con un organico di primissimo livello. In due anni l'allenatore lombardo guida i blucerchiati alla conquista di scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Primavera, perdendo il Torneo di Viareggio soltanto in finale contro la Juventus.

Il lavoro svolto non passa comunque in secondo piano e così l'anno successivo è addirittura Josè Mourinho in persona a volerlo all'Inter: il ritorno in nerazzurro, anche in questo caso con giocatori di primissimo piano, gli vale la vittoria dell'unico trofeo mancante nella sua bacheca - il Viareggio, appunto - ed arriva la sua consacrazione sportiva definitiva.

Il resto è storia recente, alla guida del Sassuolo da inizio stagione Pea sta raccogliendo ottimi risultati e se è vero che il Torino per tutto l'anno è sempre stato in testa alla classifica, lo è altrettanto la posizione della formazione neroverde, sempre fissa sulla piazza d'onore. Il merito è senzadubbio del tecnico di Casalpusterlengo che sta mettendo in pratica le indicazioni apprese dai grandi allenatori con cui ha avuto l'occasione di collaborare durante la sua carriera, ma - ad ulteriore conferma della sua abilità - non bisogna dimenticare che il suo Sassuolo quest'anno è seguito da un'osservatore particolare: lo Special One, da Madrid, infatti guarda con attenzione le prestazioni della formazione neroverde e spesso confronta con Pea le sue impressioni sulle gare, proponendogli indicazioni utili o addirittura complimenti.