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Fuser e quel Torino che costruiva i campioni in casa

Nel giorno del suo compleanno un ricordo di Diego Fuser e di un Toro che non c'è più

Matteo Gabiano

Nasceva a Venaria Reale 46 anni fa un bambino che avrebbe scritto pagine importanti del calcio italiano. Diego Fuser entra nel vivaio del Torino e non esce più fino all'esordio in prima squadra l'8 aprile 1987 in una partita a Torino contro il Cagliari terminata 0-0.

"Simbolo di un Toro che puntava sul suo vivaio che era uno dei migliori d'Europa quando anche il Toro incuteva timore in giro per il continente. Centrocampista di spessore ed uomo d'ordine, al Toro ha collezionato 97 presenze e sei gol in due esperienze diverse, la prima dal 1986 al 1989 e la seconda in serie B nel 2003/2004. La sua terza stagione al Toro lo vede protagonista stabilmente in serie A e su di lui mettono gli occhi i grandi club italiani. Il Milan si presenta con l'offerta giusta e lo porta con sé, in rossonero vince uno Scudetto (1991/1992), una Coppa dei Campioni (1989/1990), una Supercoppa Europea ed una Coppa Intercontinentale (1989). Dal Milan, dove non ha molto spazio, va alla Lazio, poi al Parma e poi alla Roma fino al ritorno al Toro nel 2003/2004. Con il Parma vince una Coppa Uefa, Coppa Italia ed una Supercoppa italiana. Dopo l'esperienza al Toro lascia il calcio, ma il suo è un addio parziale perchè continua a giocare nelle serie minori scrivendo pagine importanti della storia del dilettantismo piemontese.

"La sua carriera gli ha regalato i momenti migliori ai tempi della Lazio, quando alzò la Coppa Italia da capitano nel 1997/1998 e nella stessa stagione si giocò la finale di Coppa Uefa con l'Inter di Ronaldo, ma il Toro lo ha fatto diventare un calciatore e lo ha cresciuto portandolo nel calcio dei grandi. A quel Toro che vinceva e divertiva i tifosi sono molto legati e così sono legati ai protagonisti di quegli anni com'era quel folletto che correva per tutto il campo con scritto Fuser sulla schiena.