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Gabionetta e Pagano in rampa di (ri)lancio

C'era chi rischiava di cadere in disgrazia (anche se, con questi risultati, in disgrazia ci sono caduti un po' tutti) se il nuovo schema adottato dal “Mister dei 10 giorni” Papadopulo avesse avuto un seguito; con il 3-5-2, infatti,...

Redazione Toro News

C'era chi rischiava di cadere in disgrazia (anche se, con questi risultati, in disgrazia ci sono caduti un po' tutti) se il nuovo schema adottato dal “Mister dei 10 giorni” Papadopulo avesse avuto un seguito; con il 3-5-2, infatti, tutti quei laterali offensivi che Lerda ha richiesto tanto da far sembrare che non gli bastassero mai avrebbero avuto vita dura. Gabionetta, Pagano, Stevanovic (in partenza), Iunco (prossimo al rientro), ed anche Sgrigna e Lazarevic: tanti uomini per nessuna maglia, escluso forse il “Bimbo” che ha più propensione al sacrificio degli altri e che avrebbe potuto adattarsi anche a quel tipo di gioco (anche se l'ex-allenatore lo ha fatto partire entrambe le volte dalla panchina).Tornano invece a salire, e bruscamente, le azioni di questi giocatori e particolarmente dei primi due, Gabionetta e Pagano. E' chiara una cosa, infatti: da oggi in avanti, come e molto più di prima, Lerda potrà fare quello che vuole. Il che dovrebbe essere più o meno la norma (che l'allenatore possa decidere in piena libertà), ma non sempre é così.Il nuovo-vecchio tecnico gode di un “salvacondotto papale”, o della protezione presidenziale se risulta più chiaro, e non ci saranno lamentele che tengano; vengano dai giocatori o dai dirigenti.E così, trasportando il discorso su un piano meramente tattico, ecco che da sabato si assisterà al ritorno all'”antico” (roba di due settimane fa) 4-2-3-1, con la novità che non c'é quello Sgrigna che finora é stato iperutilizzato da Lerda. Spazio dunque a Gabionetta e Pagano sulle fasce, mentre nel ruolo di trequartista non ci sono molte alternative a Gasbarroni; tutto sommato, dovrebbero per lo meno garantire di essere tre elementi che, per ragioni diverse, hanno una gran voglia di fare.

(foto M.Dreosti)