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Genoa-Torino, parla Ventura: “La classifica non preoccupa”

Post-partita / Il tecnico granata: "Mai posti il problema della salvezza. Il derby va preparato con dovizia, abbiamo voglia di regalare questa gioia ai tifosi"

Redazione Toro News

"Si è presentato ai microfoni dei giornalisti Giampiero Ventura, a seguito del match che ha visto il suo Torino contrapporsi al Genoa di Gasperini: "Il vantaggio per 2-0 non era figlio del caso, anzi. Abbiamo offerto grande calcio, la gara era stata preparata bene. Poi, invece di rinviare una palla, abbiamo concesso un rigore. In quel momento abbiamo smesso di giocare, questo è il nostro problema oggi ma anche in generale. Abbiamo un gruppo giovane con tanti giocatori dalle ottime potenzialità. La squadra spesso ha regalato punti, soprattutto se ripenso alle gara contro l'Udinese. Serve maggior cinismo, più personalità. Dobbiamo migliorare sotto questi aspetti e diventare una squadra importante con giocatori che possono ambire a grandi traguardi. Abbiamo fatto una mezzora di gran calcio e nulla più. Ci siamo fatti prendere dall'ansia".

"Cerci e Immobile in Nazionale? "Sicuramente possono ambire a quel traguardo, ma chiaramente ognuno dei due dovrà guadagnarsi l'azzurro giorno dopo giorno con le prestazioni nei club. Oggi sono contento per Ciro e anche per Alessio. Hanno fatto due gol, però da oggi ad Alessio toglierò il saluto (ride, ndr)".

"Il tecnico quindi prosegue: "La classifica non ci preoccupa, perché non è questo l'obiettivo del Toro. Noi dobbiamo andare avanti e tornare a fare prestazioni importanti. Il problema è che oggi abbiamo commesso errori molto evitabili, su questi aspetti occorrerà una profonda analisi".

"Il derby - "Questa sarà una gara diversa e particolare. All'andata e non parlo della Coppa Italia, ma del campionato, siamo andati allo Juventus Stadium con l'atteggiamento giusto. Sappiamo che non sarà semplice, ma dobbiamo chiaramente ricompattare e giocare da squadra. Componenti che si stanno scollando, tra squadra, tifosi e stampa? Direi che è meglio non parlarne, perché sembra quasi che si cerchino alibi".