"In granata da calciatore prima e dirigente poi, Giacomo Ferri è simbolo di quell'agonismo "da Toro" che si riverbera da sempre in una totale sincerità di espressione. Abbiamo chiesto a lui un commento sulla delicata situazione del Torino.
gazzanet
Giacomo Ferri: “Esonero di Miha? Io non ci credo, Cairo non l’ha mai detto”
Esclusiva / L'ex dirigente sul momento del Torino: "Solo tanta sfortuna, a Cagliari vittoria al 100%"
"Due partite, contro Cagliari e Inter, per decidere il futuro di Mihajlovic. Questa fiducia a tempo concessa al tecnico è la scelta giusta?
Io non ho sentito Cairo dire che se il Torino non vince manda via Mihajlovic. Se non vedo il presidente o qualcuno della società andare davanti ai microfoni e dire che da domani ci sarà un nuovo allenatore, io non ci credo. Sono voci dei giornali, delle tv, fanno parte del gioco, ma contano solo i fatti e per ora la dirigenza non si è espressa in questo senso.
"Lei ha lavorato per tanti anni al fianco di Urbano Cairo. Per come lo conosce lei, in questo momento il presidente del Torino sta pensando all’esonero o ha qualche remora ad affrontare un cambiamento così importante?
Ma perché tutti pensate che Mihajlovic sia già esonerato? Cairo non l’ha detto. Montella doveva essere cacciato in caso di risultato negativo contro il Chievo, ma voi avete sentito Fassone o Mirabelli esprimersi su un futuro esonero? No, solo i media. Sicuramente in società si saranno confrontati con Mihajlovic perché i risultati non stanno arrivando, ma Cairo rispetto ai primi anni ha preso consapevolezza del suo ruolo e sa gestire al meglio anche queste situazioni delicate. Il Torino sta risentendo dell’assenza di Belotti e di Lyanco, due che possono fare la differenza. Poi Baselli ha avuto qualche acciacco, Acquah idem. Se ti mancano 2 o 3 giocatori importanti fatichi. Se a Sarri mancassero contemporaneamente Mertens, Insigne e Callejon, credete che il Napoli giocherebbe alla stessa maniera?
"Sarri però quando ha dovuto supplire all’assenza di Milik si è inventato Mertens centravanti. Perché Mihajlovic, che per fortuna deve rinunciare a Belotti solo per un mese, non è ancora riuscito a trovare un’alternativa efficace?
Senza l’infortunio di Milik, Mertens probabilmente avrebbe giocato dieci partite in stagione, perché non era titolare. Lui lo ha provato e il belga è esploso come bomber. Sostituire Belotti non è semplice, come non lo sarebbe con Immobile alla Lazio. Sono circostanze rare. Sadiq è molto giovane, Niang, che potrebbe fare quel ruolo, non è ancora in condizione…
"Allora di chi è la colpa? Di Mihajlovic o del mercato estivo che non ha trovato un vice-Belotti credibile?
La colpa non è né di Cairo, né di Mihajlovic. Niang è un ottimo acquisto, ma ha fatto un ritiro spezzettato per colpa delle vicende di mercato, quindi la sua forma non è al top. Ovvio che non lo si potrà aspettare in eterno e che i tifosi vorrebbero risultati subito. Penso che il Torino sia stato solo penalizzato dagli infortuni, questione di sfortuna. Io non do la colpa a nessuno perché in Serie A non c’è un presidente con l’esperienza e le capacità di Cairo. E dico questo non da tesserato, ma da semplice tifoso e uomo di calcio.
"Nel post partita di Fiorentina-Torino, Mihajlovic lamentò una mancanza di grinta e di spirito da parte dei giocatori. Non ci sono, però, anche grandi problemi a livello tattico?
Un conto sono le scelte di formazione e la tattica di squadra, un altro è la grinta. Quella non la compri al supermercato. Il calcio è strano, se mercoledì fosse entrato il tiro di Niang, la partita sarebbe potuto finire in maniera diversa, perché non ho visto la Fiorentina schiacciare il Toro. Il risultato, da questo punto di vista, è ingannevole. Poi tutti sappiamo che le vittorie portano morale e sicurezza in se stessi, per cui credo che basti poco per riprendersi da questo periodo negativo. Se vinci col Cagliari e poi vai a Milano, fai una grande partita e non perdi, le prospettive cambiano subito.
"Secondo lei i giocatori hanno ancora fiducia nei metodi di Mihajlovic?
Ti rispondo di sì perché conosco personalmente più di metà dello spogliatoio. Conosco i caratteri e la professionalità dei giocatori. Non è questione di fiducia, perché se i calciatori ce l’hanno verso l’allenatore che ti mette a disposizione la società nel momento in cui le cose vanno bene, a maggior ragione la devono avere nei periodi difficili. Questa è professionalità. È in questi frangenti che tutti quanti devono farsi un esame di coscienza e tirare fuori quel qualcosa in più. Al di là delle qualità tecniche dei singoli, io ho grande fiducia. Adesso la squadra sta andando male, lo vediamo tutti. Mi auguro che Belotti rientri presto e sono pronto a firmare il fatto che col Cagliari il Toro vincerà. Al 100%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA