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Gillet, 1 di noi
Parafrasando il Michele-Nanni Moretti di 'Ecce Bombo', Jean-François lo si nota di più se viene e se ne sta in disparte o se non viene per niente? No, lo si nota semplicemente quando c’è, a Palermo come a Genova, in...
CAPITANO GIOCATORE - Al Bologna gli era bastata una sola stagione per diventare capitano in pectore, una volta partito Di Vaio. Qui a Torino di capitani ce ne sono già un paio, anche se entrambi per cause diverse a fine stagione sembrano destinati a lasciare quella fascia. Lui invece qui potrebbe piantare definitivamente tende, come pensava di poter fare a Bari prima che un ambiente fattosi vieppiù ostile gli consigliasse di cambiare aria. Oggi è diventato la vera coscienza critica di questa squadra, in campo come fuori, e lo si intuisce decisamente ogni volta che la squadra scende in campo.
BUFFON, TREMA - Ecco perché pensare che tra poco più di un mese sarà finalmente tempo di derby e per lui ci sarà ancora una volta il confronto diretto con un’icona come Buffon può lasciare tranquilli. In quell’occasione sarà un Toro diverso, soprattutto davanti a lui. Intanto Gillet lavora e tace, parla prima in campo e poi fuori, consegnando alla storia calcistica attuale del Toro l’unica risposta che i tifosi chiedono. In una parola, professionalità.Federico Danesi
(foto M.Dreosti)
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