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Gillet, la rabbia e l’orgoglio

In fondo era stato onesto alla vigilia, come è sempre stato nella sua carriera: “Che accoglienza mi aspetto? Non lo so, ma non ci penso”. Sapeva benissimo, Jean-François Gillet, che sarebbe stata durissima...

Redazione Toro News

In fondo era stato onesto alla vigilia, come è sempre stato nella sua carriera: “Che accoglienza mi aspetto? Non lo so, ma non ci penso”. Sapeva benissimo, Jean-François Gillet, che sarebbe stata durissima perché la società l'estate scorsa l'ha fatto passare come unico colpevole della cessione, intascandosi comunque le prebende.

Così è stato un insulto unico, ancora prima che le squadre scendessero in campo. Per lui, certo, ma anche per un altro ex come Meggiorini che per parte sua se l'era pure andate e cercare giocando di fino e di tacco anche quando non c'entrava nulla. Hanno goduto il doppio i tifosi rossoblù su quel siluro di Guarente, proprio sotto la 'Bulgarelli'. Hanno goduto perché pensavano che la vendetta fosse completa, senza aver considerato che c'era Bianchi pronto a dare una mano al Toro e anche al suo portiere.

E quell'esultanza liberatoria alla fine, quel'urlo proprio in faccia a quella che è stata la sua curva, oltre che un abbraccio finale fortissimo e significativo a Giampiero Ventura sono stati un segnale. Perché forse prossimamente potranno arrivare cattive notizie dal processo sportivo per i filone barese delle scommesse. Ma intanto Gillet si è (ri)preso il Toro e non ha nessuna voglia di mollarlo. Figuriamoci se insieme si può prendere una soddisfazione così.Redazione TN(foto M.Dreosti)