di Alessandro Salvatico e Edoardo Blandino
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”Giochiamo ancora così e siamo finiti”
di Alessandro Salvatico e Edoardo Blandino
Il primo giocatore a parlare questa settimana è Eugenio Corini. La scelta non è casuale: dopo una domenica infausta, dopo un lunedì in cui...
"Il primo giocatore a parlare questa settimana è Eugenio Corini. La scelta non è casuale: dopo una domenica infausta, dopo un lunedì in cui l'allenatore è stato a rischio esonero, ecco che il mercoledì tocca a quello che è la maturità fatta persona all'interno dello spogliatoio. E non ci riferiamo certo alla carta d'identità, dicendo questo.
"La conferenza-stampa di un uomo che parla decisamente chiaro. Cos’è successo, domenica, ad una squadra che in precedenza sembrava per lo meno quadrata? “Il gol di Floccari ad inizio ripresa -spiega- ci ha condizionati. La squadra si è sgonfiata, ed è regredita a situazioni viste nei mesi precedenti”. Un contraccolpo psicologico? Pare di sì: “Il derby perso in quel modo ci ha fatto male. Con la rete dell’Atalanta, abbiamo rivisto il fantasma del gol di Chiellini; dovevamo provarci, invece ci siamo arresi. E nella situazione in cui siamo, non possiamo permettercelo”.
"La sensazione, comunque, è che il Toro domenica abbia smesso di provarci. Ma Corini allontana l’ipotesi: “Può sembrare, da fuori, ma non è così. Noi dobbiamo essere incazzati. Ci aspetta un’impresa quasi impossibile: in 28 partite ne abbiamo vinte 5, ora in 10 dobbiamo vincerne almeno 4. Dobbiamo provarci, ma se non giochiamo al massimo è inutile anche tentare”. Parole da scolpire nella pietra. “Se giochiamo come a Bergamo, non ci sono speranze”.
"Ma cosa può fare, questa squadra, per vincere così tante partite? Come può fare? Intanto, “non c’è un solo elemento, nel gruppo, che non creda alla salvezza”. Buon punto di partenza. Ma non basta. “Ogni vittoria, in Serie A, è un’impresa, per una squadra di medio livello; per noi, ancora di più. Nessuno ci aiuterà, dipende tutto da noi”. Nessuno aiuterà il Toro; a differenza di quanto successo domenica al Chievo, contro la Lazio. “I gialloblù sono stati obiettivamente molto bravi”, chiosa il centrocampista.
"Il rientro del regista sarà di grande beneficio ad un attacco asfittico. “Ma se non segniamo, non è certo colpa solo di chi sta davanti. Nelle due fasi di gioco siamo tutti responsabili; non si può certo dire ‘il centravanti non ha segnato, non è colpa mia’, no; evidentemente, il centrocampista non avrà fatto il passaggio accurato, il difensore non avrà aiutato…”. Anche perché “nel calcio moderno, le partite si preparano in 28 e si giocano in 14”. L’esempio è pronto: “La vittoria contro l’Udinese: gol di Dellafiore dopo spizzata di Stellone su angolo di Rosina: due subentrati dalla panchina”:
"Un concetto, quest’ultimo, che sembra voler sottolineare quanto la squadra lotti per un obiettivo comune quale la salvezza, concetto ribadito dalle successive parole dell’esperto calciatore bresciano: “Con il mister c’è un’ottima sintonia. E’ ovvio: la salvezza gratificherebbe lui, noi e la società, e non c’è nessuna incomprensione”. Dopo aver fatto notare che “a parte Bergamo, la squadra era in ripresa”, Corini non può però nascondere che “certo qualche vittoria, tra tutti quei pareggi, avrebbe potuto cambiare molto”.
"Prima di tornare al lavoro, dopo la sessione d’allenamento svolta in mattinata, Corini parla di se stesso: “Cos’è che a 39 anni dà ancora le motivazioni? Il carattere. Dalle 17,30 alle 22,30 frequento il corso per allenatori”, dice (perché, ricordiamolo, smetterà a Giugno di giocare); “non ho capito cosa volesse la società da me, per quest’anno, se voleva fossi un leader o una chioccia; io, comunque, mi impegno al massimo in ogni situazione”. Per evitare dubbi.
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