"di Paolo MorelliSimone Barone sta vivendo un periodo di rinascita dopo due annate in chiaroscuro. Ora sta infatti tornando ad essere una prima scelta nello scacchiere di De Biasi. Il mediano, al quale non dispiace di non essere più etichettato come “Campione del Mondo”, il che può mettergli addosso troppa pressione, preferisce giocare al centro del campo, piuttosto che sugli esterni.
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‘Gli episodi hanno deciso le partite’
di Paolo Morelli
Simone Barone sta vivendo un periodo di rinascita dopo due annate in chiaroscuro. Ora sta infatti tornando ad essere una prima scelta nello scacchiere di De Biasi. Il mediano, al...
"Barone, in questi due anni e mezzo, che cosa ha imparato dello spirito Toro?
"Il Toro è caratterizzato dalla sofferenza, anche con l’Atalanta sembrava fatta quando ci siamo portati sul 2-0, ma poi abbiamo preso il gol che ci ha costretti a tenere duro fino all’ultimo. Ad altre squadre magari le partite vanno come devono andare e lo si capisce subito. Qui no. Lo spirito Toro è impegnarsi sempre e dare tutto fino alla fine.
"Ma qual è la differenza tra le altre piazze in cui ha giocato?
"La differenza è questa, ci sono i tifosi che ti sostengono sempre e ti chiedono di lottare sul campo non per vincere, ma per onorare questa maglia. Alla fine il calcio giocato è uguale dappertutto, ma è l’ambiente che è un po’ diverso.
"Come mai questa squadra è così sfortunata?
"Si è trattato di circostanze, episodi che hanno deciso le partite. Magari poi, più avanti, succederà che capiteranno degli episodi a nostro favore. Ma comunque non dobbiamo pensare a queste cose, bisogna pensare solo a fare bene.
"Il Toro ha già iniziato a far bene.
"Si, penso che domenica con la Sampdoria il Toro abbia giocato una buonissima partita. Se si offrono sempre queste prestazioni penso che i risultati, per forza di cose, arriveranno. È poi un singolo episodio che dà il via alla striscia positiva di risultati, che possono anche non essere sempre delle vittorie, magari vittorie e pareggi. È il singolo episodio che ti fa far gol, bisogna solo dare il via ad una striscia lunga di risultati positivi.
"Il Palermo è un avversario difficile, può il Toro avviare questa «striscia positiva» già da sabato?
"Ma in questo campionato tutti gli avversari sono difficili, è una serie A molto equilibrata. Abbiamo visto le grandi faticare moltissimo con squadre di bassa classifica, quindi non ci sono avversari facili. Per me sarà una partita particolare perché è sempre così quando si affrontano squadre in cui hai giocato, ma noi ce la metteremo tutta. Se qualcuno dei tifosi avversari mi fischierà, non ci farò caso.
"Tra i nuovi arrivi del Toro di quest’anno, chi l'ha colpita di più?
"Posso parlare dei miei “colleghi di reparto”. Ad esempio Dzemaili e Säumel non li conoscevo, ma si sono dimostrati molto bravi e professionali. Per loro è stato difficile perché si sono ritrovati “buttati nella mischia” in un campionato diverso da quello in cui avevano giocato. È bene avere una rosa lunga per essere preparati a sostituzioni e cambi di modulo, soprattutto a partita in corso.
"Che presidente è Zamparini?
"È un grande presidente piuttosto vulcanico, che può stupirti sempre e coglierti alla sprovvista.
"E Cairo?
"Lui è da poco nel mondo del calcio e vuole essere un misto tra varie figure nella società. Gli piace molto stare con noi giocatori. Diciamo che è come fosse un padre di famiglia. Sia lui che Zamparini sono due grandi presidenti che hanno investito tanto nelle loro squadre.
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