La partita di ieri sera ad Helsinki ha smontato parecchie delle certezze che il Toro aveva faticosamente raggiunto in questo inizio di stagione.
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Helsinki-Torino, la spinta del Sudamerica che tarda a farsi sentire
Helsinki-Torino 2-1 / Sul banco degli imputati per la disfatta di Helsinki anche i tre sudamericani più giovani: Silva, Sanchez Mino e Martinez
"I giovani nuovi arrivati che, finora avevano fatto una discreta impressione, hanno mostrato parecchi limiti nella partita di ieri, ma in generale avevano mostrato un calo nelle ultime uscite. Gaston Silva è apparso lento, impacciato, fuori posizione e spesso impreciso in fase di impostazione. Sanchez Mino è apparso fuori ritmo, spesso fuori dal gioco, non in sintonia con il resto della squadra. Per non parlare di Martinez, sempre nello stesso posto di Quagliarella così che i due si pestavano i piedi rendendo vani gli sforzi della squadra e perdendo svariate occasioni in attacco.
"I ragazzi sudamericani hanno ancora tempo per adattarsi al nostro calcio, questo è fuori discussione, il problema potrebbe stare più a monte, cioè in chi li ha preferito a giocatori con più esperienza vista la difficoltà dell'annata che il Toro aveva di fronte. Le colpe non possono essere dei giocatori in questione che adesso non hanno la tranquillità necessaria per crescere, non erano fenomeni alla Neymar e si sapeva, ma buoni giocatori che devono avere il tempo di migliorare ed adattarsi al difficile calcio italiano.
"Chi sta deludendo di più dei ragazzi in questione è chi quei ragazzi li doveva far crescere ed ambientare, lo "zoccolo duro" che non sta soddisfando le attese. Nocerino, El Kaddouri, Barreto e Larrondo, cioè i giocatori che dovevano fare da chiocce a Benassi, Sanchez Mino e Martinez ed invece non sono all'altezza del loro talento e del loro ruolo di senatori.
"Gli errori ci sono e sono in fase di programmazione e di calciomercato, a questo punto però è inutile fare dei processi sommari sull'onda emotiva di una disfatta che lascerà il segno, ma che non compromette nulla in ottica passaggio del turno. I ragazzi sudamericani devono avere il tempo di crescere ancora, anche se il Toro comincia ad avere davvero bisogno di loro vista la non facile situazione in cui si trova. Hanno delle qualità importanti che hanno fatto vedere solo a tratti, una volta trovata la continuità li celebreremo come meritano, ma oggi non si può far altro che cercare di capire cosa non ha funzionato ieri per evitare che si ripeta in futuro. Futuro che, nell'immediato, vuol dire Roma, cioè la seconda miglior squadra italiana (leggendo la classifica), non una partita facile.
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