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I dubbi sulla ripresa: le indicazioni del Cts riducono le possibilità di portare a termine la Serie A

LECCE, ITALY - NOVEMBER 03:  Lega Serie A winter balls are shown prior the Serie A match between US Lecce and US Sassuolo at Stadio Via del Mare on November 3, 2019 in Lecce, Italy.  (Photo by Maurizio Lagana/Getty Images)

Focus on / Il protocollo prevede la quarantena per tutta la squadra qualora ci fosse una positività dopo la ripresa in gruppo

Silvio Luciani

Via libera? Non proprio. Quella di ieri è stata una giornata molto importante per le ambizioni del calcio italiano: l'incontro tra Federcalcio e Comitato tecnico scientifico per discutere del protocollo sanitario si è concluso con l'autorizzazione a far ripartire gli allenamenti collettivi dal 18 maggio. Notizia positiva, ma non del tutto. A voler leggere tra le righe del comunicato diramato dal Cts, traspare un po' di diffidenza sulle chances di portare a termine una delle edizioni più travagliate della Serie A. "Largamente lacunosa e imperfetta" la documentazione portata sul tavolo dalla Federazione dopo settimane di lavoro sul protocollo che dovrebbe impedire nuovi contagi nel mondo del pallone. L'impressione, quindi, è che allo stato attuale quello che porta alla fine del campionato sia un percorso a ostacoli.

LE CRITICITÀ -Le criticità individuate dal Cts sono diverse. La lacuna più importante riguardava la quarantena volontaria. Sarà una specie di ritiro forzato non solo per calciatori e staff tecnico (come precedentemente ipotizzato) ma per tutto il personale che ruota intorno alla squadra e la responsabilità ricadrà sui medici sportivi dei club: non proprio l'ideale per le squadre di Serie A. Per quanto riguarda lo screening, secondo il Cts i tamponi a disposizione del calcio "non devono minimamente impattare sul reagentario da dedicarsi ai bisogni del Paese". E da ultimo in caso di nuova positività di un solo membro della squadra, tutto il club dovrebbe sottoporsi all'isolamento domiciliare per i successivi quattordici giorni. Va da sé, quindi, che basterebbe un solo positivo dopo la ripresa dell'attività collettiva per far saltare il banco e mandare all'aria i piani del calcio italiano.

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OSTACOLI - L’impressione è che con i presupposti attuali sarà difficile ricominciare a giocare, addirittura quasi impossibile portare a termine il campionato. Il Governo si pronuncerà sulla data di inizio del campionato solamente dopo aver valutato l'evoluzione della curva dei contagi e verificato che il protocollo contenga gli aggiustamenti richiesti dal Cts. Nel momento più incerto degli ultimi decenni, una cosa è sicura: il castello di carte della Federcalcio fatto di esami continui, partite ogni 72 ore e ritiro solo per giocatori e staff tecnico è crollato. Ora, bisognerà ricostruire a partire dalle basi date dal Cts, solide a livello scientifico, ma difficili da attuare alla perfezione nel calcio italiano.