Quando cinque anni fa arrivò Cairo, in molti furono felici di accogliere un nuovo presidente. Si pensava che l’editore-imprenditore alessandrino sarebbe stato un numero 1 diverso da tutti quelli che ultimamente lo avevano preceduto. All’annuncio del passaggio di proprietà a Cairo, ci fu un’acclamazione generale. Finalmente la squadra aveva un vero Presidente. Ma dopo l’illusione generale presto ci si rese conto del futuro che attendeva il Torino. Dopo il primo anno culminato con la promozione, ne seguirono altri avari di soddisfazione e zeppi di delusioni. In Serie A il Toro fu costretto a due salvezze stringate, ottenute per il rotto della cuffia e sempre nelle ultime gare di campionato. Ogni anno Cairo cambiò quasi completamente squadra, continuò a sostituire gli allenatori e diede il benservito ai direttori sportivi.
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I tempi sono cambiati
Quando cinque anni fa arrivò Cairo, in molti furono felici di accogliere un nuovo presidente. Si pensava che l’editore-imprenditore alessandrino sarebbe stato un numero 1 diverso da tutti quelli...
E così, dopo quattro anni, i granata tornarono in Serie B. Esattamente da dove erano partiti. La delusione fu enorme e piano piano, nel cuore dei tifosi, crebbe un nuovo sentimento: la rabbia. Già dal primo allenamento in Sisport fu evidente quale clima avrebbe atteso la squadra. I risultati positivi di inizio stagione seppellirono i malumori sotto uno strato troppo sottile per frenare l’incazzatura: all’ennesima sconfitta il vulcano eruttò. Prima ci fu l’incursione in Sisport, poi il confronto ai Cavalieri. A gennaio la prima rivoluzione Petrachiana permise una rincorsa stupenda ai playoff, che però si infranse contro il Brescia. Ed il Sogno di centrare la Serie A svanì nuovamente.
Da lì in poi la situazione degenerò nuovamente, ma con una differenza: se prima l’oggetto delle critiche era tutto l’ambiente, ora si prende di mira un solo soggetto, cioè Cairo. È lui ritenuto responsabile dei Fallimenti del Toro in questi anni. È lui che è stato prima acclamato e poi pesantemente criticato. Oggi è lui considerato l’artefice di tutti i problemi granata. Non a caso le assurde azioni dimostrative avvenute in queste ultime settimane hanno avuto proprio Cairo come oggetto principale di critica. Si è passati dalla bomba carta, alle scritte che invitavano il presidente a mollare finendo con il lancio delle teste di maiale sotto gli uffici del numero 1 granata.
Sembrano così lontani i festeggiamenti per la nomina di Cairo a presidente della squadra granata. Oggi a Torino si vive un clima diverso, un clima di tensione. E sembra che la rabbia stia crescendo invece che svanire. È evidente come il rapporto sia ormai logoro. Abbiamo abbondantemente superato il punto del non-ritorno.
(Foto: M. Dreosti)
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