di Carlo Quaranta
toro
Il borsino granata
di Carlo Quaranta
Stringere i denti e sperare. Sperare che Bianchi tolga come al solito le castagne dal fuoco gonfiando la rete quando ormai tutto appare compromesso. Sperare che Loria e...
Stringere i denti e sperare. Sperare che Bianchi tolga come al solito le castagne dal fuoco gonfiando la rete quando ormai tutto appare compromesso. Sperare che Loria e compagni in difesa evitino un’altra frittata, stavolta esiziale. Sperare di rivedere per una fetta di match più cospicua una squadra affamata e col sangue agli occhi. Sperare che si ripeta il finale di ieri che resta l’unico motivo di fiducia dopo il pareggio interno. Sperare che la temperatura più fresca della serata agevoli il compito dei granata. Sperare che gli avversari ne abbiano meno dei ragazzi di Colantuono come è sembrato negli ultimi minuti di ieri. La chiave di tutto però resta sempre il centravanti che, pur apparendo in ombra, al momento decisivo piazza la zampata (o la testata) vincente e tiene a galla il Torino. Lui più di tutti, perché quest’anno i granata non hanno costituito una cooperativa del gol, materia prima fondamentale nel gioco del calcio e d’ora in avanti argomento decisamente vitale per le sorti della società di Cairo. Non è più tempo per recriminare occasioni fallite per imprecisione o per un soffio, bisogna inquadrare la porta e scaraventare quella sfera di cuoio in rete: in questi pochi giorni che restano si studino degli allenamenti adatti perché non importa chi ed in quale modo si segna ma bisogna a tutti i costi farlo. Anche se finora lo si è fatto col contagocce e quasi sempre ci ha dovuto pensare il capitano. Che speriamo sia lo stesso anche per la prossima stagione.
CHI SALE
BIANCHI stavolta con uno splendido tuffo di testa, torna a graffiare ed a griffare con la sua firma d’autore dopo un mese d’astinenza. E per quanto detto sopra questo è ciò che conta di più.
SCAGLIA entra a metà ripresa giusto in tempo per sfruttare la contingenza che vede un Sassuolo sempre più in affanno: cambia il volto della partita con iniziative personali e cross insidiosi che fanno vacillare la difesa neroverde. E peccato per quel diagonale…
PESTRIN rientra fresco e riposato e come al solito deciso ed a volte precipitoso. Qualche imprecisione nel controllo compensata da un ottimo assist per Salgado sul finire della prima frazione e dal solito senso della posizione.
STABILI
D’AMBROSIO appare rivitalizzato dopo un breve periodo di riposo, propositivo in fase offensiva ed attento e deciso in difesa con interventi anche un po’ sopra le righe. Poi è sfiancato da Quadrini e non riesce a sostenere il fresco Statella nel finale.
RUBIN deve faticare tanto per contenere Noselli ed anche le discese di Polenghi dal momento che non è molto aiutato da Gasbarroni e compagni. Lavoro apparentemente oscuro ma prezioso.
D’AIELLO nella sua posizione naturale di difensore centrale non sfigura anche se talvolta l’esperienza (che lui ancora non ha) consiglierebbe di allontanare subito il pallone dalla zona calda. E rischia anche in un contrasto in area granata con Noselli.
GENEVIER per una buona parte della partita ha fatto rimpiangere la prestazione di Gorobsov di domenica scorsa. Poi, una volta liberatosi della marcatura di Riccio, è stato determinante soprattutto su palla inattiva mettendo i suoi piedi buoni a servizio delle capocciate di Loria e Bianchi.
SALGADO purtroppo non ha avuto la freddezza di trasformare in gol una bella imbeccata di Pestrin: sarebbe bastato alzare un po’ il pallone per beffare con un pallonetto Pomini in uscita. Però si è dato da fare e non si è mai fatto pregare per tirare in porta.
STATELLA si dimostra più in forma e più utile di Antonelli in questo periodo. Il suo ingresso è stato meno roboante di quello dell’omologo Scaglia ma ha contribuito anche lui nella parte finale del match sebbene non adeguatamente assistito.
MORELLO stavolta gli attaccanti del Sassuolo non sono stati insidiosi e pungenti come un mese fa. Lui ha ringraziato ed ha trascorso un pomeriggio di assoluto relax interrotto solo dal gol di Martinetti sul quale è esente da colpe.
CHI SCENDE
LORIA è stato battagliero e gladiatorio per tutta la partita andando in più circostanze anche vicino al gol. Purtroppo, però, gli errori ora pesano sempre di più e non si sarebbe dovuto assolutamente permettere quel black out alla mezzora.
GASBARRONI gli manca sempre qualcosa, come al 40’ quando il suo spunto migliore non è premiato col gol. Come quando si fa trovare ma poi non riesce ad innescare di prima il contropiede incespicando sul pallone e nel suo modo di giocare. E si sacrifica pochino.
ANTONELLI lo si nota a protezione di D’Ambrosio sull’out destro e per un tiro alto dopo un controllo forse proibito di braccio. Poco ispirato e poco pungente davanti, non supera mai l’uomo e non regala nemmeno un traversone al centro dell’area.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Carlo Quaranta
Stringere i denti e sperare. Sperare che Bianchi tolga come al solito le castagne dal fuoco gonfiando la rete quando ormai tutto appare compromesso. Sperare che Loria e...
Stringere i denti e sperare. Sperare che Bianchi tolga come al solito le castagne dal fuoco gonfiando la rete quando ormai tutto appare compromesso. Sperare che Loria e compagni in difesa evitino un’altra frittata, stavolta esiziale. Sperare di rivedere per una fetta di match più cospicua una squadra affamata e col sangue agli occhi. Sperare che si ripeta il finale di ieri che resta l’unico motivo di fiducia dopo il pareggio interno. Sperare che la temperatura più fresca della serata agevoli il compito dei granata. Sperare che gli avversari ne abbiano meno dei ragazzi di Colantuono come è sembrato negli ultimi minuti di ieri. La chiave di tutto però resta sempre il centravanti che, pur apparendo in ombra, al momento decisivo piazza la zampata (o la testata) vincente e tiene a galla il Torino. Lui più di tutti, perché quest’anno i granata non hanno costituito una cooperativa del gol, materia prima fondamentale nel gioco del calcio e d’ora in avanti argomento decisamente vitale per le sorti della società di Cairo. Non è più tempo per recriminare occasioni fallite per imprecisione o per un soffio, bisogna inquadrare la porta e scaraventare quella sfera di cuoio in rete: in questi pochi giorni che restano si studino degli allenamenti adatti perché non importa chi ed in quale modo si segna ma bisogna a tutti i costi farlo. Anche se finora lo si è fatto col contagocce e quasi sempre ci ha dovuto pensare il capitano. Che speriamo sia lo stesso anche per la prossima stagione.
CHI SALE
BIANCHI stavolta con uno splendido tuffo di testa, torna a graffiare ed a griffare con la sua firma d’autore dopo un mese d’astinenza. E per quanto detto sopra questo è ciò che conta di più.
SCAGLIA entra a metà ripresa giusto in tempo per sfruttare la contingenza che vede un Sassuolo sempre più in affanno: cambia il volto della partita con iniziative personali e cross insidiosi che fanno vacillare la difesa neroverde. E peccato per quel diagonale…
PESTRIN rientra fresco e riposato e come al solito deciso ed a volte precipitoso. Qualche imprecisione nel controllo compensata da un ottimo assist per Salgado sul finire della prima frazione e dal solito senso della posizione.
STABILI
D’AMBROSIO appare rivitalizzato dopo un breve periodo di riposo, propositivo in fase offensiva ed attento e deciso in difesa con interventi anche un po’ sopra le righe. Poi è sfiancato da Quadrini e non riesce a sostenere il fresco Statella nel finale.
RUBIN deve faticare tanto per contenere Noselli ed anche le discese di Polenghi dal momento che non è molto aiutato da Gasbarroni e compagni. Lavoro apparentemente oscuro ma prezioso.
D’AIELLO nella sua posizione naturale di difensore centrale non sfigura anche se talvolta l’esperienza (che lui ancora non ha) consiglierebbe di allontanare subito il pallone dalla zona calda. E rischia anche in un contrasto in area granata con Noselli.
GENEVIER per una buona parte della partita ha fatto rimpiangere la prestazione di Gorobsov di domenica scorsa. Poi, una volta liberatosi della marcatura di Riccio, è stato determinante soprattutto su palla inattiva mettendo i suoi piedi buoni a servizio delle capocciate di Loria e Bianchi.
SALGADO purtroppo non ha avuto la freddezza di trasformare in gol una bella imbeccata di Pestrin: sarebbe bastato alzare un po’ il pallone per beffare con un pallonetto Pomini in uscita. Però si è dato da fare e non si è mai fatto pregare per tirare in porta.
STATELLA si dimostra più in forma e più utile di Antonelli in questo periodo. Il suo ingresso è stato meno roboante di quello dell’omologo Scaglia ma ha contribuito anche lui nella parte finale del match sebbene non adeguatamente assistito.
MORELLO stavolta gli attaccanti del Sassuolo non sono stati insidiosi e pungenti come un mese fa. Lui ha ringraziato ed ha trascorso un pomeriggio di assoluto relax interrotto solo dal gol di Martinetti sul quale è esente da colpe.
CHI SCENDE
LORIA è stato battagliero e gladiatorio per tutta la partita andando in più circostanze anche vicino al gol. Purtroppo, però, gli errori ora pesano sempre di più e non si sarebbe dovuto assolutamente permettere quel black out alla mezzora.
GASBARRONI gli manca sempre qualcosa, come al 40’ quando il suo spunto migliore non è premiato col gol. Come quando si fa trovare ma poi non riesce ad innescare di prima il contropiede incespicando sul pallone e nel suo modo di giocare. E si sacrifica pochino.
ANTONELLI lo si nota a protezione di D’Ambrosio sull’out destro e per un tiro alto dopo un controllo forse proibito di braccio. Poco ispirato e poco pungente davanti, non supera mai l’uomo e non regala nemmeno un traversone al centro dell’area.
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