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Il calcio si mobilita contro il razzismo

Il caso Zoro ha aperto la questione, rimasta finora latente in attesa del caso eclatante che facesse esplodere l’opinione pubblica. Da troppo tempo stanno aumentando i “buuuu” negli stadi, causa...

Redazione Toro News

"Nella maggioranza dei casi però la politica c’entra poco o nulla, è un malcostume creato dall’ignoranza, nel vero senso della parola, non voler conoscere o accettare il “diverso”. Ai primi cenni del fenomeno non si era fatto caso, minimizzando che erano solo pochi cretini, ma alla fine il rumoreggiare dello sberleffo è aumentato e si è capito che non erano più fatti sporadici. E’ vero lo stadio non è Oxford, ma è comunque un luogo che ha un impatto mediatico notevole e dovrebbe essere cassa di risonanza per lanciare buoni propositi, quelli che dovrebbero accompagnarsi alla lealtà sportiva come base per unire e non dividere.

"In questo momento molti grandi giocatori sono di colore, come il neo Pallone d’Oro Ronaldinho (che ha espresso solidarietà nei confornti di Zoro), la sua spalla Etòo, il quale mimò addirittura la danza della scimmia per beffeggiare chi lo insultava. C’è passato a Mantova Doudou, insultato da Gabriele Graziani e ormai può succedere a chiunque non sia di pelle chiara.

"Zoro, buon giocatore del Messina, domenica contro l’Inter stufo dei soliti “buuuuuuu” ha preso il pallone e s’è rivolto alla sua panchina con l’intento di lasciare. Adriano è stato il primo che l’ha consolato, cercando di farlo desistere, in parte anche per evitare che l’Inter fosse sanzionato.

"Le polemiche si sono subito scatenate, nemmeno tanto per difendere l’offeso, quanto per tirarsi addosso vecchi rancori. Moggi ha chiesto la sconfitta a tavolino per i nerazzurri con relativa squalifica del campo, il presidente Facchetti ha ribattuto che il direttore generale della Juventus doveva guardare a casa sua. Non è mancata nemmeno l’autorevole voce, si fa per dire, del solito Di Canio, che ha voluto calcare sul fatto che accadono fatti più gravi che uno sberleffo ad un giocatore di colore, parlando di foibe ed eroi nazionali che nulla c’entrano con il fenomeno in questione.

"La nota positiva è che la Federazione ha deciso di prendere in mano la situazione organizzando una settimana all’insegna dell’impegno sociale. Tutte le gare, a partire dalla Tim Cup che si giocherà in settimana, alle partite di sabato della B fino a quelle domenicali della A, subiranno un ritardo di cinque minuti per permettere alle squadre di portare uno striscione al centro del campo contenente la scritta “No al razzismo”.