di Michele Ferrero
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Il coraggio premiato
di Michele Ferrero
Sono passati quattro giorni da quando il nostro campionato è cambiato. Quattro giorni meravigliosi, nei quali ci siamo rilassati come mai avremmo pensato di poter fare solo un mese fa. Dal grave...
Sono passati quattro giorni da quando il nostro campionato è cambiato. Quattro giorni meravigliosi, nei quali ci siamo rilassati come mai avremmo pensato di poter fare solo un mese fa. Dal grave pericolo di retrocessione siamo passati ad una situazione decisamente più serena. E ora al nostro posto, nella disperazione più totale, si trovano proprio gli avversari che abbiamo saputo battere domenica.Vediamo come, tramite gli appunti tattici presi in diretta per gli amici di Toro News.Di fronte al classico 4-4-2 del Messina, e per di più in una trasferta delicata, De Biasi dimostra di avere coraggio e di fidarsi dello spirito di sacrificio dei suoi uomini. Gianni osa decisamente, e si presenta con uno schieramento che offre all’avversario la superiorità numerica in due reparti su tre. Ma solo in apparenza, come vedremo.Mentre oppone una difesa a 4 contro le 2 due punte del Messina (Riganò e Di Napoli), in mezzo al campo si trova con Ardito e Gallo contro la linea a 4 degli avversari, e davanti Abbruscato deve sbrigarsela da solo. In questa situazione diventa fondamentale l’atteggiamento di Lazetic, Muzzi e Rosina, le 3 carte per sparigliare il gioco di Cavasin. Lo slavo parte forte a sinistra con spunti individuali, ma dopo 15 minuti viene richiamato a giocare per la squadra. Muzzi lo sta già facendo dall’inizio: con molta generosità fa praticamente il centrocampista. Gioca appena davanti a Gallo, anche perché Ardito deve spesso aiutare Balestri che ha seri problemi contro il veloce Alvarez. Rosina parte invece da destra e dei 3 è il più autorizzato ad affiancare Abbruscato. Sulla capacità di svolgere il doppio compito (offensivo e difensivo) di questi 3 si gioca la partita De Biasi. Se ci dovessero riuscire Gianni otterrebbe un 5 contro 4 in nostro favore a metàcampo e un 4 contro 4 in attacco, ed il Toro diventerebbe verosimilmente padrone del campo. In caso contrario sarebbero dolori.L’inizio non è favorevole, le due squadre sono entrambe molto lunghe, ed il Messina crea tre pericoli, anche se solo uno da dentro l’area (gli altri due sono tiri dai 20 metri che impegnano Abbiati). Sono comunque troppi gli spazi concessi dal Toro e gli uno contro uno che i granata devono fronteggiare. Brevi se la cava con esperienza ed un po’ di fortuna, Bovo invece anticipa sistematicamente Riganò.Il calcio è tremendo, perché proprio mentre sto pensando che forse servirebbe De Ascentis, più adatto di Muzzi al lavoro oscuro, il Toro passa al primo affondo, ovviamente con Muzzi. Il gol è però propiziato da un Abbruscato mai visto prima: oggi le sue giocate utili sono di molto superiori alle palle perse (è lui il mio “osservato speciale”, ovvero il giocatore del quale annoto ogni singola giocata).E poco dopo Rosina prende due volte la traversa e sfiora il raddoppio in contropiede.Ovviamente la gara è cambiata. Il Toro difende ora con 9 uomini dietro la linea della palla. Soprattutto Lazetic arretra, è lui che ora aiuta Balestri sulla sua fascia, mentre Ardito batte in dinamismo e velocità i due centrocampisti centrali del Messina: Candela e D’Aversa sono entrambi molto lenti, e mai riescono a pressare Gallo. Cavasin non interviene: forse non ha in panchina un interditore per cambiare uno dei due, e cerca allora di rendere più offensiva la sua squadra inserendo il dribblatore Iliev ad inizio ripresa. Anche Rosina è ora costretto a ripiegare sulla nostra destra in aiuto a Comotto, ma partire da lontano, quando la condizione fisica lo assiste come oggi, per lui può diventare un ulteriore vantaggio.Sembra cambiare l’inerzia della gara, ma solo per supremazia territoriale e senza pericoli per Abbiati. De Biasi allora cambia Muzzi con Barone, ma senza toccare il modulo. Barone agisce infatti più avanti rispetto alle sue abitudini, e muovendosi in orizzontale sulla trequarti avversaria cerca di infastidire il pacchetto arretrato del Messina, evitando che il Toro venga aggredito a pieno organico. Così come nulla cambia con De Ascentis al posto di Ardito: il baricentro dei nostri rimane medioalto, se si tiene conto che stiamo vincendo.La gara finisce (non me ne voglia Stellone autore poi del terzo gol) quando Rosina trova nuovamente un’accelerazione delle sue. E’ la mezz’ora del secondo tempo ed il Toro, stranamente, conclude senza soffrire.Esaltarsi ora è facile, e per una volta anche bello, ma non mi sembra il caso. Il risultato premia il coraggio di De Biasi e la prestazione dei giocatori, ma le condizioni fisiche e psicologiche del Messina sono parse davvero inadeguate ad una gara importante. E perfino l’arbitro ha risolto a nostro favore un paio di dubbi di una certa rilevanza (il primo gol in sospetto fuorigioco ed il fallo da rigore iniziato fuori area).E nonostante tutto questo sarebbe stato interessante vedere la stessa partita a situazioni invertite: se invece che il Toro, al minuto 25 del primo tempo, avesse cioè trovato il gol il Messina. Mentre una giocata sopra la media di Abbruscato è da infatti da considerarsi per ora una piacevole novità, una zuccata vincente di Riganò (magari servito da un cros di Alvarez sfuggito a Balestri) sarebbe stata una cosa normale. Il calcio è fatto di episodi, e ne basta uno a stravolgere anche i piani tattici più ingegnosi.Ipotizzo un cambio di Cavasin a protezione del vantaggio: un difensore centrale in più al posto dello spento Di Napoli, fisso su Abbruscato, col rude Zoro incollato a Rosina, La Vecchia su Lazetic e Zanchi libero a chiudere. Il tutto in spazi molto più stretti rispetto alla realtà di oggi. Mica facile passare, e combattere l’ansia per l’ennesima sconfitta in arrivo.Non vorrei rovinare la festa, ma è bene non farsi condizionare troppo dal risultato. E lo stesso cercheremo di fare insieme anche nel momento in cui qualcosa dovesse girar storto. La gara andrebbe letta con obiettività, anche quando siamo tifosi innamorati di quelle maglie granata. E’ uno degli scopi che questa rubrica di approfondimento che mi è stata affidata tende a perseguire.
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