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Il derby di andata

All’andata finì 1-0. In quell’occasione fu Amauri a crederci, farsi dare palla, trascinare Barone per trenta metri e poi battere Calderoni sul secondo palo. A onor del vero il merito del gol va equamente...

Edoardo Blandino

"All’andata finì 1-0. In quell’occasione fu Amauri a crederci, farsi dare palla, trascinare Barone per trenta metri e poi battere Calderoni sul secondo palo. A onor del vero il merito del gol va equamente diviso però con Calderoni. Già, perché se il centravanti della Juve è stato bravo a fare tutto da solo, è altrettanto vero che il tiro scoccato dal brasiliano non è stato di certo irresistibile. Ma tanto è bastato e quel gol ha deciso il derby. Nell’arco dei 90 minuti la gara è stata sostanzialmente equilibrata. Una Juve propositiva e pericolosa nel primo tempo ha sfiorato il gol in alcune circostanze, ma l’estremo difensore granata ha sfoderato grandi interventi che hanno negato la rete. Nella ripresa è venuto maggiormente fuori il Torino. Tuttavia, proprio nel momento decisivo, sono emersi i limiti tecnici. Il secondo tempo, dopo lo svantaggio, ha visto i granata premere maggiormente, senza però riuscire ad essere realmente pericolosi. I bianconeri si sono rintanati nella propria metà campo, difendendosi con ordine, senza mai andare in affanno. Anche perché la squadra di De Biasi non ha mai fatto molto per mettere in crisi gli avversari. La gara si è quindi trascinata stancamente al termine, ravvivata solamente da qualche accelerazione di Abate, puntualmente fermato in modo falloso al momento della partenza. Ma quel Torino era molto diverso da quello odierno. Oggi i giocatori di Novellino sono più convinti delle proprie capacità e forti di una striscia positiva di sette gare. Sono l’unica squadra, insieme all’Inter capolista, ancora imbattuta nel girone di ritorno e la voglia di riscattare il derby di andata è sempre più forte.