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Il Filadelfia, la Casa del Toro non sfruttata abbastanza

Editoriale / L’alchimia tra squadra e tifosi si crea soprattutto al Filadelfia. Le dimostrazioni concrete ci sono

Gianluca Sartori

Su queste colonne lo abbiamo detto più volte. Il Filadelfia non è tornato a vivere, esattamente un anno fa, solo per essere il centro sportivo della prima squadra del Torino e il campo di gioco della Primavera, ma anche per diventare fulcro della vita della società e punto di riferimento per tifosi e appassionati di calcio. Il Filadelfia deve essere la casa del Toro. Al momento non lo è, o non quanto potrebbe esserlo. Un po’ perché incompleto (e in questo momento la responsabilità appare essere soprattutto dell’inerzia delle autorità cittadine). Ma anche perché il Torino FC, che usufruisce dell’impianto grazie ad un contratto di affitto firmato un estate fa dopo mille polemiche con la Fondazione Filadelfia, a volte dà l’impressione di non aver capito appieno le potenzialità del Fila.

Per raggiungere i risultati serve che tutte le componenti di un ambiente siano unite. In primis, squadra e tifosi. L’alchimia che permette ad un pubblico di sentire SUA la squadra che tifa si potrebbe creare anche e soprattutto al Filadelfia. Non è solo una questione di allenamento a porte aperte o chiuse. Le potenzialità dell’atmosfera da Fila si sono viste, quest’anno: quella volta che migliaia di tifosi sono andati a vedere il primo allenamento di Mazzarri, o quella volta che la Primavera ha superato il Milan in finale di Coppa Italia.

Lo abbiamo pensato anche durante l’ultimo appuntamento tra giocatori e allenatore con i tifosi, creato al Filadelfia due settimane fa dallo sponsor Suzuki. Momenti di contatto tra squadra e pubblico potrebbero essere creati con più continuità anche senza l’intervento dei meritevoli sponsor, anche perché i tifosi sono i veri "clienti" di un club e vanno conquistati con i risultati e non solo. E dunque per il futuro del Fila l’auspicio che formuliamo è questo: si riscoprano e si sfruttino meglio le potenzialità di quel posto, favorendo e incoraggiando per quanto possibile il contatto tra squadra e giocatori.