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Il giocattolo granata si sta rompendo

Il 30 gennaio, giorno in cui è stato perfezionato l’acquisto di Elvis Abbruscato, il Torino era quinto in classifica, a –6 dalla vetta e con quattro punti di vantaggio sull’Arezzo. Sei partite e un...

Redazione Toro News

"Il 30 gennaio, giorno in cui è stato perfezionato l’acquisto di Elvis Abbruscato, il Torino era quinto in classifica, a –6 dalla vetta e con quattro punti di vantaggio sull’Arezzo. Sei partite e un mese e mezzo dopo, i granata sono scivolati al settimo posto, fuori dalla zona playoff, scavalcati dal Brescia e da quell’Arezzo cui è stato sottratto il gioiello più prezioso. Detta così, sembrerebbe che il presidente dei toscani Mancini è uno dei più grandi geni del mercato e l’ultimo acquisto del presidente Cairo una clamorosa bufala, ma sappiamo tutti che non è così. Resta il fatto che se il campionato fosse finito adesso, per il Toro la serie A sarebbe un miraggio.

"Il presidente Cairo ha difeso a spada tratta De Biasi dopo il k.o. di Piacenza, una parte sempre più consistente della stampa cittadina invece ne chiede la testa e anche le contestazioni del pubblico stanno montando in modo crescente: lunedì erano stati una decina a issare il famoso striscione, ieri pomeriggio a Piacenza l’intero spicchio di curva che ospitava i tifosi granata alla fine ha mandato al diavolo il tecnico (e poi anche i giocatori). E dire che nell’ultima gara il Toro ha fatto un’ottima prova per almeno 40 minuti, ma la prima volta che il Piacenza ha messo il naso dentro l’area granata in modo pericoloso, si è conquistato un rigore e dopo la trasformazione di Cacia sul Toro è calata la notte.

"In verità, subito dopo c’è stata la traversa di Abbruscato e, a metà ripresa, lo stesso ex centravanti dell’Arezzo ha fallito un controllo semplice semplice e poi la misura del cross per il liberissimo Muzzi. Ma queste, assieme ad un’altra occasione di Muzzi nei minuti conclusivi, sono state le uniche giocate degne di nota di un secondo tempo in cui la squadra ha perso progressivamente lucidità e convinzione. Chi scrive non dimentica quanto di buono ha fatto il mister granata in questa stagione, in condizioni a dir poco precarie per le ben note vicende estive. Certe magagne era chiaro che sarebbero venute fuori prima o dopo, ma sarebbe sbagliato pensare che i risultati negativi del girone di ritorno sia imputabili solo alla conduzione tecnica.

"De Biasi ha commesso degli errori, continua a utilizzare troppo poco Ferrarese e solo a Piacenza ha riscoperto un Lazetic che è apparso vitale e frizzante per almeno un’ora. Detto questo, è bene ricordare che in campo vanno sempre i giocatori e coloro che nei giorni scorsi avevano garantito che la squadra era tutta con l’allenatore e avrebbe giocato anche per l’allenatore, poi se ne sono dimenticati nella ripresa.

"Ora si profila un altro ritiro, stavolta punitivo, ma qui non è questione di andare più o meno lontani da Orbassano e blindarsi rispetto al resto del mondo: il Toro deve tornare a giocare da Toro, come ha sempre fatto fino a qualche settimana fa, anche nelle gare che non riusciva a vincere. Se viene a mancare questo spirito, diventerà dura non solo battere il Mantova, ma riuscire a conquistare qualsiasi risultato. Un anno fa a quest’epoca si parlava di Ezio Rossi a rischio, la squadra era contestata: rispetto all’infausta gestione di Cimminelli e Romero è cambiato tutto col presidente Cairo, ma purtroppo sono tornati di moda i risultati negativi e le polemiche. I tifosi granata non possono proprio mai stare tranquilli.