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Il punto sull’arbitro

E meno male che alla vigilia era considerato un amuleto portafortuna! Quattro vittorie su quattro partite casalinghe per i granata fino al discusso pareggio di domenica scorsa contro il Chievo in uno scontro...

Redazione Toro News

"E meno male che alla vigilia era considerato un amuleto portafortuna! Quattro vittorie su quattro partite casalinghe per i granata fino al discusso pareggio di domenica scorsa contro il Chievo in uno scontro decisivo nella lotta per la sopravvivenza nella massima serie. Uno di quegli incontri in cui bisogna tenere gli occhi ben aperti o per dirla alla Pairetto in epoca di moggiopoli “bisogna fare con cinquanta occhi ben aperti”. Ed invece Matteo Trefoloni della sezione AIA di Siena, internazionale dal 2004 e coinvolto come altri suoi colleghi nel vortice di calciopoli (tempi in cui “fischiava a comando”) è incappato in una delle sue, frequenti purtroppo, giornate nere.

"Sin dagli albori del match usa un metro di giudizio molto soggettivo punendo col calcio di punizione un’evidente trattenuta per calzoncini di Dellafiore ai danni di un giocatore del Chievo ma non prendendo nessun provvedimento disciplinare a carico del difensore granata (ci stava il giallo). Ma ciò è niente rispetto a ciò che consente di fare al difensore colombiano gialloblu Yepes il quale randella per tutta la partita chi li capita a tiro ma riesce incredibilmente a portare a termine la stessa con la fedina immacolata. E’ proprio da uno dei suoi interventi killer ai danni della vittima preferita Stellone nasce il primo caso eclatante della partita al 17’: il pelato attaccante granata anticipa nettamente in area scaligera il colombiano il quale da dietro scalcia (colpendo prima un piede e poi l’altro a scanso di equivoci) lo stesso attaccante che non può fare a meno di cadere. Per Trefoloni però non è successo nulla, né rigore né simulazione. L’incontro va avanti tra mille interruzioni ed altri interventi al limite ma la prima ammonizione ai danni di Mantovani arriva solo a partita abbondantemente inoltrata. Ci sono poi due casi analoghi nelle rispettive aree di rigore: in quella clivense Frey ed in quella granata Rubin deviano col braccio in modo del tutto involontario il pallone ma in entrambi i casi i difensori non solo non cercano il pallone ma anzi fanno di tutto per evitarlo. Giuste dunque le decisioni e positiva l’uniformità di giudizio. Nel finale, però, arrivano altri casi sospetti: ancora Stellone va giù all’ingresso dell’area gialloblu e qui il contatto non appare evidente (ma perché Trefoloni non ammonisce Stellone per simulazione?) mentre il gol di Italiano è viziato da una posizione di fuorigioco attiva di Pellissier che ostacola l’intervento di Sereni, un caso analogo al gol invalidato a Rubin a causa della posizione di Bianchi in Torino-Cagliari del 19 ottobre scorso. Questo il danno (gravissimo). La beffa è che questa difformità di giudizio proviene dallo stesso assistente di allora (D’Agostini) il quale fu acutissimo nel vedere la millimetrica posizione irregolare dell’ariete granata ma cieco di fronte alla più vistosa e viziosa posizione di Pellissier. Infine, nei minuti di recupero, un altro episodio piuttosto dubbio in area clivense: Morero abbraccia e strattona Colombo ma anche in questo caso Trefoloni non ha fatto una piega.