di Valentino Della Casa - Piace questo Toro più forte di tutti. Piace perché è in grado di mettere a tacere sul nascere le (poche) critiche che ha ricevuto in questi mesi. È una squadra in riserva di ossigeno? Ieri si è corso il doppio. È una squadra che è poco concreta in attacco? Ieri segna quattro gol (ma qualche spreco di troppo, comunque, c'è stato). Alcuni singoli non convincono? Questi danno il massimo, prendendosi le loro belle rivincite. Così fece Coppola, con parate determinanti contro il Sassuolo. Così fece Parisi, con prestazioni sempre in crescendo ed un gol decisivo segnato al Livorno. Così hanno fatto ieri Vives e Sgrigna, giocatori di indiscutibile valore per questo campionato ma che ancora dovevano far vedere il meglio di sé.Che Giuseppe Vives fosse importante per il Torino lo dimostra il fatto che, in Estate, sia stato uno dei pochi giocatori acquistati a titolo definitivo (circa quattrocentomila euro il costo dell'operazione). Votato come miglior centrocampista della Serie B qualche anno fa, quando giocava con la maglia del Lecce, in ritiro sembrava lui il deputato titolare in mezzo al campo, mettendo in mostra numeri d'alta scuola, abbinati a grande grinta. Poi, numerosi infortuni (comprese fastidiose influenze), gli hanno impedito di mettersi in mostra da subito, fino alla brutta gara giocata contro il Gubbio. Eppure Vives non si è arreso, anzi. Ha raddoppiato gli sforzi e ha fatto vedere di cosa è capace, sia da centrocampista centrale, sia da ibrido esterno sulla sinistra. Ieri, oltre al bel gol, sono stati numerosissimi i lanci quasi ad occhi chiusi verso Stevanovic, tutti a buon fine, e i puntuali interventi in fase di copertura. Il Torino ha ritrovato una pedina molto importante per il prosieguo del campionato, “merito del mister” dice lui nel post partita “che mi ha aspettato per tutto questo tempo. Ora sono in crescita, ma prima era giusto che restassi in panchina: non ero in forma e non avrei potuto dare il mio contributo”. Dichiarazioni che non passano inosservate e che sottolineano la grande forza e unità di questo gruppo.Gruppo che con incredibile entusiasmo ha salutato le due reti di Sgrigna, ieri autore della sua migliore partita da quando è a Torino. Anche per lui, non è soltanto la doppietta (la prima, in granata) a rendergli questo merito, visto che avrebbe potuto benissimo segnare altre reti. Dell'ex Vicenza è piaciuto soprattutto l'atteggiamento con cui è sceso in campo: grande grinta, grande corsa (scatti repentini e discese pericolosissime sono state il leitmotiv del pomeriggio di ieri) e soprattutto grandi giocate. Ventura ci aveva visto lungo, schierandolo da titolare nonostante le recenti prestazioni non certo da incorniciare. Soprattutto, Sgrigna ha fatto capire che, se gli viene concessa un minimo di libertà di movimento, può diventare pericoloso come pochi altri in questo torneo. Una bella prova di forza, che permette di alimentare grandi speranze per il prosieguo della stagione. Senza dimenticare che, attualmente, il numero dieci granata è miglior realizzatore della squadra, insieme con Bianchi, con cinque reti all'attivo. Il Toro è convincente a 360°, dunque, e riesce da solo a risolvere i suoi problemi. Senza interventi dall'esterno: per una volta, finalmente, il mercato di gennaio potrà essere monitorato con estrema calma. L'emergenza, quest'anno, non è di casa.
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Il riscatto
di Valentino Della Casa - Piace questo Toro più forte di tutti. Piace perché è in grado di mettere a tacere sul nascere le (poche) critiche che ha ricevuto in questi mesi. È una squadra in riserva di...
(Foto: N. Campo)
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